REGIONE – Ecco il Crocetta-ter: ritorna la Lo Bello in quota Megafono

E’ nato il Crocetta ter. Naufragata l’idea di includere nella nuova formazione deputati, la Regione siciliana avrà nuovamente un governo tecnico. Si rifà la rosa dei dodici nomi da incasellare nei rispettivi assessorati. “Si tratta di una giunta di alto profilo – ha detto Crocetta – che ha il gradimento dei partiti e del presidente, che consente di rilanciare il grande lavoro di riforme e cambiamento della Sicilia, in un quadro di condivisione con i partiti e i gruppi parlamentari”. L’insediamento avverrà immediatamente dopo l’acquisizione delle dichiarazioni di incompatibilità, la verifica sulle inconferibilità e dei carichi pendenti. Crocetta presenterà la nuova squadra al completo nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà giovedì mattina.

“Nelli Scilabra purtroppo non sarà in giunta perché si azzera tutto, come concordato con la maggioranza” aveva anticipato il presidente, che ha difeso fino all’ultimo l’ex assessore alla Formazione, artefice della destrutturazione del sistema degli enti professionali, ma finita al centro del fuoco amico. 

Fuori anche Salvatore Calleri, che aveva la delega a Energia e rifiuti. L’intesa prevede però che sia il governatore a scegliere gli assessori che guideranno l’Energia e la Formazione. Come Scilabra e Calleri, anche tutti gli altri assessori del precedente governo, ad eccezione di Lucia Borsellino (alla Salute) e Linda Vancheri (alle Attività produttive), non faranno parte della nuova giunta. L’Udc fino alla fine ha giocato la carta Nico Torrisi. D’Alia ha aspettato Crocetta di ritorno da Roma, ma non c’è stato nulla da fare. L’alternativa pronta dello scudocrociato è Giovanni Battista Pizzo, già coordinatore della segreteria tecnica dell’assessore Torrisi alle Infrastrutture. L’altro nome in forza la partito di D’Alia e Pistorio è quello di una donna, la catanese Marcella Castronovo, vice segretario generale del premier Renzi ed ex direttore del Personale dell’Anci.

Articolo 4 perde Ezechia Reale all’Agricoltura, al suo posto entra l’avvocato Nicola Caleca,penalista e giurista di fama, Caleca ha difeso l’ex governatore Totò Cuffaro nel processo alle talpe nella Dda di Palermo ed è il legale dell’ex ministro Calogero Mannino nel processo abbreviato per la trattativa Stato-mafia. Ma sono forti i malumori nel gruppo di Leanza e Sammartino. Durante le trattative dell’ultim’ora, era stato fatto anche il nome di Dario Cartabellotta, dirigente stimato nel settore. Il passaggio della nota del presidente Crocetta che riguarda l’annuncio di Caleca getta benzina sul fuoco. “Entra pure una personalità – si legge – quale l’avvocato Nino Caleca, non concordato ufficialmente con Art. 4 ma molto vicino al movimento, essendo stata posta dal gruppo la pregiudiziale di due assessori tra i quali l’avvocato Reale all’Agricolura”.

Il super tecnico all’Economia, concordato tra il governatore e palazzo Chigi, è Alessandro Baccei, già collaboratore del sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio. Ritorna in giunta Mariella Lo Bello, nome di riferimento dell’area Megafono, che dovrebbe avere la delega alla Formazione per proseguire la riforma avviata da Crocetta: “Abbiamo consegnato al presidente due nomi (una donna e un uomo) cercando di interpretare i criteri della formazione della nuova giunta – spiega il deputato Antonio Malafarina – l’ultima scelta è di Crocetta”.

Tra i nuovi assessori c’è quello del geologo Maurizio Croce indicato dal Pdr che avrebbe il Territorio e Ambiente, euforico sin dal pomeriggio. “Posso dire che anche se l’incarico da assessore in Sicilia è un impegno da fare tremare i polsi, è una sfida e io amo le  sfide”. 

L’intesa prevede quattro assessori al Pd. I renziani hanno indicato Vania Contraffatto, pm della procura di Palermo, molto attiva nella lotta alla criminalità, avrebbe la delega all’Energia. L’Area Dem ha espresso il nome di Antonio Purpura, professore di Economia aziendale all’Università di Palermo. Gli altri due nomi fanno riferimento al Pd, ma non strettamente all’area Cuperlo. Si tratta di Cleo Li Calzi, dirigente regionale già presidente di Sviluppo Italia e responsabile della segreteria tecnica dell’ex presidente Raffaele Lombardo, e dell’avvocato catanese (siracusano di origini) Bruno Caruso, giuslaborista allievo di Massimo D’Antona.

Al di là dei nomi, però, il dato politico che viene fuori dalla crisi di governo è inequivocabile:Crocetta cede, si piega ai partiti e di fatto si fa commissariare. La sua rivoluzione da oggi rimarrà tale solo sulla carta perché nelle concitate manovre per la creazione della nuova giunta, la terza in due anni, il governatore gelese ha concesso tanto sulla linea del principio: ieri aveva concesso l’ingresso dei deputati in giunta, trasgredendo a una sua regola ferrea che si era dato a inizio legislatura. Oggi la defenestrazione di Nelli Scilabra, che rappresenta formalmente la messa alla porta del senatore Beppe Lumia. “La rinuncia alla Scilabra non è un gesto di debolezza del governo, perché l’azzeramento è totale e non ci sono partiti che chiedono la conferma dei propri assessori” si affretta a spiegare Crocetta. Ma non convince.

Passa dunque la linea del Partito Democratico, nonostante l’alleanza solida del governatore con i renziani e il supporto quasi incondizionato di Articolo 4, seconda forza in parlamento con undici deputati. E giovedì ci sarà la mozione di sfiducia di M5s e centrodestra, primo banco di prova per la maggioranza ritrovata.

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