E’ un medico catanese di Emergency primo italiano contagiato dall’Ebola

E’ il paziente zero: si chiama Fabrizio, il medico catanese cinquantenne che ha contratto l’Ebola durante la sua prima missione con Emergency in Sierra Leone. Prima di partire per l’Italia, dove è arrivato stamattina, ha contattato i suoi familiari parlando con la moglie e una figlia. 

“State tranquilli, è tutto sotto controllo: mi sento bene e sarò curato”, ha detto il medico a una delle sue due figlie, la più grande, come scrive La Stampa. “Io mi sento bene – ha aggiunto al telefono prima di partire – e sarò assistito e curato nel migliore dei modi. Mi senti? Se ti sto parlando vuol dire che è tutto ok”.

“Le rassicurazioni di mio padre sono state sicuramente un grande regalo – ha rilevato la ragazza – perché sentire dalla sua voce che sta bene è tutta un’ altra cosa che saperlo per via indiretta. Ma la paura c’ è sempre”.

La moglie del medico, in un’intervista al Corriere della sera, sottolinea di volere “rassicurazioni vere, e che non c’è stato contatto con i ministeri degli Esteri e della Salute….”. Neppure diretti con i vertici di Emergency: “Non abbiamo parlato con Strada – osserva – ma con una ragazza molto gentile, lo dico senza polemica. Avranno tutti tante cose a cui pensare. Però noi vogliamo notizie certe”.  Spiega che a suo marito “stavano scadendo i tre mesi di aspettativa dall’ospedale” e che “venerdì sarebbe tornato in Italia” e che quindi “ce l’ aveva quasi fatta”.

Il medico è ricoverato all’istituto Spallanzani, ha febbre a circa 39 gradi, ma non presenta segni di disidratazione cutanea. I medici, nel corso di una conferenza stampa durante la quale è stato diffuso il primo bollettino ufficiale, hanno sottolineato che il paziente è stato trasportato in alto biocontenimento dall’Aeronautica Militare Italiano. La gestione del trasporto è stata effettuata secondo i protocolli e il paziente, hanno reso noto i medici, “è stato monitorizzato durante tutto il trasporto aereo, durato sei ore, senza alcuna criticità”.

Alla partenza dalla Sierra Leone, il paziente presentava condizioni di “stabilità clinica” e all’arrivo allo Spallanzani “le condizioni permanevano stabili”. I medici hanno rilevato una “familiarità cardio-ipertensiva”. Inoltre il medico di Emergency, hanno precisato i sanitari, “riferisce da giovedì 20 novembre un unico episodio di vomito e diarrea senza presenza di sangue, associato ad astenia e febbricola”. Domenica 23 novembre è comparsa la febbre, regredita però dopo l’assunzione di antipiretici. Oggi al ricovero, hanno detto i medici, il paziente era vigile, collaborante, deambulante ed autonomo; ha presentato febbre associata a brivido, malessere generale con iperemia congiuntivale, fegato e milza nella norma, torace senza rumori patologici”.

Ogni giorno, ha reso noto in conferenza stampa il commissario straordinario dello Spallanzani Velerio Fabio Alberti “daremo informazioni sul paziente ed invitiamo tutti al massimo rispetto della privacy”. Riferendosi invece alle condizioni psicologiche del paziente, Ippolito ha affermato che lo stesso medico “come reso noto dai media, ha rassicurato la famiglia. Si tratta – ha concluso – di una persona di grande equilibrio, che ha interagito con il personale”.

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