PALERMO – Pentito Ciro Carrello trovato impiccato Ma la sua morte in cella è un giallo

Da poche settimane aveva cominciato a collaborare con i magistrati rivelando i nomi dei componenti di una sorta di gruppo di fuoco a cui Cosa nostra si rivolgerebbe da tempo per mettere a segno le rapine. Oggi gli agenti penitenziari del carcere Pagliarelli lo hanno trovato impiccato con un lenzuolo nella cella in cui era in isolamento. Ma è un vero e proprio giallo la morte di Ciro Carrello, 26 anni, nato a Napoli ma residente a Bagheria, arrestato a novembre nell’ambito di una inchiesta sui favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro che coinvolse anche il marito della nipote del padrino latitante. 

I magistrati vogliono vederci chiaro e indagano per capire se si sia trattato di un suicidio o se qualcuno abbia voluto eliminare l’aspirante pentito. Carrello era accusato di rapina aggravata dall’avere favorito Cosa nostra: insieme a un gruppo di complici derubò un deposito della Tnt di Campobello di Mazara di proprietà di una ditta riconducibile a Cesare Lupo, uomo d’onore fedelissimo dei boss Graviano. Al pm Carlo Marzella, Carrello avrebbe cominciato a raccontare i particolari di una serie di colpi eseguiti da una banda che farebbe capo ai clan.
Nipote del pentito Benito Morsicato, ex affiliato del clan di Bagheria, Carrello avrebbe lasciato in cella un bigliettino che ora è all’esame degli inquirenti.

Ciro Carrello nelle scorse settimane sarebbe stato minacciato. Un carcerato, finito in manette insieme a Carrello e ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro, gli avrebbe fatto avere un messaggio in cui lo invitava a occuparsi della sua famiglia. Parole che, secondo gli investigatori, sarebbero da intendersi come un invito a non parlare con i magistrati. Il detenuto – come detto – ha lasciato in cella un biglietto che gli inquirenti stanno esaminando e non si esclude che possano esserci elementi interessanti per le indagini. Intanto è stata disposta l’autopsia.

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