INCHIESTA CIAPI – Luigi Gentile non risarcirà 427 mila euro alla Corte dei Conti: assolto Lillo Bongiorno

Dichiarata improcedibile l’azione di responsabilità promossa dalla Procura Regionale della Corte dei Conti nei confronti dell’ex assessore regionale al Lavoro, Luigi Gentile che non do0vrà risarcire 427.000 euro. La Procura Regionale della Corte dei Conti, ritenendo le scelte gestionali del Comitato tecnico scientifico afferenti il progetto “Co. Or. Ap.” Promosso dal Ciapi di Palermo inidonee a garantire la corretta realizzazione delle prescrizioni progettuali, aveva avanzato una istanza di sequestro conservativo dei beni posseduti dai componenti del Comitato medesimo. Con decreto emesso nel giugno del 2013 il Presidente facente funzioni della Corte dei Conti aveva autorizzato il sequestro conservativo nei termini richiesti ma alcuni componenti, tra cui l’ex assessore Luigi Gentile, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, avevano proposto un reclamo che era stato accolto e pertanto il sequestro conservativo era stato revocato.

La procura contabile contestava un danno erariale di 15 milioni di euro. Oltre 5 milioni dovevano essere rimborsati da Francesco Riggio, presidente del Ciapi, Gaspare Lo Nigro, un milione e mezzo di euro dirigente generale per l’ufficio speciale per l’impiego, l’assessore regionale al Lavoro Luigi Gentile, 427 mila euro e i funzionari regionali Daniela Avila  854 mila euro, Giuseppe Bonadonna, 854 mila euro, Calogero Bongiorno, un milione e mezzo di euro, Rosario Candela 854 mila euro, Santo Conti, 854 mila euro, Natalino Natoli, 854 mila euro, Enzo Stefano testa grossa, 854 mila euro,Giangiuseppe Gattuso, 854 mila euro,Salvatore Federico Schembri, 427 mila euro. Il danno erariale è stato in parte prescritto e in parte giudicato infondato la responsabilità amministrativa. Confermato anche il dissequestro dei beni per un valore di 15 milioni di euro che era stato deciso in sede preventiva.

Il comitato tecnico scientifico del progetto Coorap, a cui appartenevano tutte le persone citate davanti alla Corte dei Conti, non è responsabile della gestione dei fondi europei dati al Ciapi per la formazione professionale. Lo ritengono i giudici della Corte dei Conti che hanno assolto i componenti del comitato. «Non può essere ignorato che soggetto attuatore del programma e unico abilitato a compiere le scelte gestionali e le consequenziali operazioni esecutive era il Ciapi e, per esso, i suoi organi», scrivono i magistrati nella sentenza.  «È da escludere che le competenze intestate al Comitato tecnico scientifico riguardassero la conduzione minuta dell’iniziativa formativa, – spiegano – e mancano i presupposti per ritenere imputabili agli odierni convenuti le condotte censurate».

Oltre a Gentile (difeso da Girolamo Rubino e Lucia Alfieri), sono stati assolti l’ex capo dell’Agenzia per l’impiego Rino Lo Nigro ( Luigi Fortunato e Massimiliano Mangano), l’ex presidente del Ciapi di Palermo, Francesco Riggio (avvocato Alberto Stagno d’Alcontres), e gli ex componenti del Comitato tecnico-scientifico: Giuseppe Bonadonna, Rosario Candela (entrambi assistiti da Giovanni e Giuseppe Cozzo e Daniela Pibiri), Daniela Avila (difesa da Giovanni e Giuseppe Immordino e da Giuseppe Nicastro), Calogero Bongiorno (avvocati Mario Giudice e Fulvio Ingaglio La Vecchia), Santo Conti (Gaetano Spoto Puleo), Giangiuseppe Gattuso (difeso da Giuseppe Marisco e Massimiliano Valenza), Natalino Natoli, Salvo Federico Schembri (avvocato Leo Decembrino), Enzo Stefano Testagrossa (avvocato Gaetano Spoto Puleo).  Una parte del danno erariale, circa la metà, è andato, invece, prescritto.

Il collegio sottolinea che la «vicenda presenta  allo stato delle evidenze documentali, rilevanti profili di criticità come emerge peraltro dai molteplici riscontri posti a fondamento dell’azione penale – con la doverosa precisazione che la stessa vede coinvolti solo taluni degli odierni convenuti – Riggio, Bongiorno e Lo Nigro – e, comunque, l’attendibilità degli elementi su cui è stata promossa non è al momento asseverata da pronunce giudiziali provviste del carattere della definitività».

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