AGRIGENTO – Depositate motivazioni processo Nuova cupola; il favarese Vetro mafioso e massone

Trecento pagine, una di indice, per motivare cinque condanne e quattro assoluzioni nel processo  – il troncone ordinario – scaturito dall’operazione antimafia “Nuova Cupola”.  La sentenza è stata emessa dal collegio del Tribunale di Agrigento, presieduto dal giudice Luisa Turco con a latere Francesco Paolo Pizzo ed Ermelinda Marfia. Adesso sono state depositate le motivazioni. Che riscrivono la storia mafiosa degli ultimi 50 anni. Nel dettaglio sono stati inflitti 9 anni di reclusione a Carmelo Vetro, 28 anni, di Favara (21 anni la richiesta del Pm della Dda Rita Fulantelli); assolto Ettore Allegro, 50 anni, di Caltanissetta (15 anni); 9 anni e 6 mesi a Pietro Capraro, 34 anni, di Agrigento (15 anni); 10 anni a Gaetano Licata, 30 anni, di Agrigento (15 anni); assolto Bruno Pagliaro, 23 anni di Porto Empedocle (15 anni);  9 anni a Gerlando Russo, 40 anni, di Agrigento (15 anni); 14 anni a Maurizio Romeo, 43 anni, di Porto Empedocle (20 anni e 6 mesi); assolto Salvatore Romeo, 53 anni, di Porto Empedocle (19 anni); assolto Gianfranco Taranto, 63 anni, di Palermo (18 anni).

Il certosino lavoro dei magistrati ha permesso di mettere in evidenza il ruolo, ma non la figura apicale di Carmelo Vetro, favarese come il padre Giuseppe (morto in carcere nel 2008 e boss particolarmente temuto) peraltro massone di rilievo (appartenente alla “Gran loggia d’Italia degli antichi liberi accettati muratori”). In particolare viene descritto, giungendo alla conclusione di certa appartenenza a Cosa nostra, il ruolo di fiancheggiatore e favoreggiatore dell’allora latitante Giovanni Bursca ma anche, in tempi successivi e più recenti del boss pentito Maurizio Di Gati. Con quest’ultimo e Rosario Chianetta proprio Di Gati gestì  un impianto di calcestruzzo intestato a prestanome. [FONTE: GRANDANGOLO]

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