SANTA CROCE CAMERINA – Veronica: «Andrea mi guardi negli occhi mentre dice che lui non ha ucciso Loris»

«Deve avere il coraggio di guardarmi dritto negli occhi,mentre mente dicendo che non è stato lui a uccidere mio figlio. Deve ripetere, davanti a me e ai magistrati, anche che non abbiamo mai avuto una relazione e che non ha fatto tutto quello che ha fatto …». Veronica Panarello all’assalto finale: vuole un faccia a faccia con il suocero, Andrea Stival. «È arrivato il momento della verità, non posso più aspettare né accettare che io mi faccia il carcere al posto suo», ha detto – in un lungo colloquio con il suo legale, nel carcere di piazza Lanza a Catania – la mamma di Santa Croce Camerina, sotto processo per l’omicidio premeditato e l’occultamento del cadavere del piccolo Loris Stival. Il suocero, chiamato in correità dalla donna, è indagato come atto dovuto in un altro procedimento penale dalla Procura di Ragusa. Un confronto all’americana nel corso del quale le strade di Veronica e di Andrea potrebbero incrociarsi per la prima volta. L’avvocato Francesco Villardita, lunedì 16, ha depositato la richiesta al sostituto procuratore Marco Rota.

«Un’istanza che è stata sollecitata dalla mia assistita – rivela il penalista- e che ho scelto di condividere per una serie di motivi sottoposti alla pubblica accusa. Innanzitutto i due procedimenti, al di là dello status processuale, sono strettamente connessi e correlati, anche perché c’è stata una formale chiamata in correità del signor Stival daparte della Panarello. E inoltre ritengo che il confronto fra i due a questo punto sia utile, se non indispensabile, al raggiungimento della verità».

Il sostituto procuratore Rota, ovviamente, si riserva di «valutare l’istanza della difesa» per poi decidere «se autorizzare o meno il confronto». Pur nella convinzione, piuttosto diffusa fra i magistrati di Ragusa, che «i confronti all’americana, nella giustizia italiana, poche volte si sono dimostrati risolutivi a livello probatorio» e che, nel caso specifico, «il quadro accusatorio a carico dell’imputata è piuttosto consolidato», anche dopo le indagini, tutt’ora in corso e «molto approfondite», a carico del suocero.

L’orientamento, dunque, non appare di particolare apertura rispetto al faccia a faccia Panarello-Stival. Anche perché, oltretutto, subentrerebbe nell’iter di un rito abbreviato che “asciuga”al minimo sia l’acquisizione di ulteriori prove, sia la fase dibattimentale. Eppure, se mai dovesse essere autorizzato, il confronto potrebbe anche avvenire prima del 20 giugno, data della prossima udienza del processo con rito abbreviato davanti al gup Andrea Reale. Ma come risponde Andrea Stival a questa ennesima uscita della nuora accusatrice? «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica né altro tipo di notizia ufficiale sul deposito della richiesta», precisa l’avvocato Francesco Biazzo. Che, sollecitato da La Sicilia, va oltre la risposta d’ordinanza. «Se la richiesta di confronto all’americana fosse autorizzata dalmagistrato, valuteremo con serenità il da farsi, assieme al mio assistito, che s’è sempre detto estraneo a ogni accusa, dimostrando con fatti concreti la sua totale innocenza».

Con quale prospettiva? In punta di diritto, il nonno di Loris, in caso di convocazione da parte del pm (comunque improbabile a sentire le indiscrezioni che escono dalla Procura) dovrebbe presentarsi, ma nel colloquio avrebbe facoltà di fare scena muta. E allora? «Andrea Stival non ha nulla da nascondere – conclude stizzito Biazzo – e ha sempre ripetuto la verità sempre, davanti a chiunque. Mi chiedese andrebbe al faccia a faccia con la nuora? Tragga lei la conclusione…».

Daniele Scrofani, avvocato di parte civile per conto di Davide Stival (marito di Veronica e figlio di Andrea) esterna il consueto “laicismo” sull’ultima novità: «Noi non siamo mai stati aprioristicamente contro alcun attività, da chiunque promossa, rivolta alla ricerca della verità». Anche se, commenta Scrofani, «il confronto, nel contesto di un rito abbreviato condizionato, giuridicamente appare di difficile fattibilità».

Se davvero non ci dovesse essere il faccia a faccia, il prossimo appuntamento ufficiale sarà il deposito della perizia psichiatrica su Veronica Panarello. I periti del gup hanno chiesto un’ulteriore proroga alla scadenza del 15 maggio: l’asticella si alza di un’altra ventina di giorni. I rumors annunciano già una diagnosi di pressoché piena capacità di intendere e di volere dell’imputata. Ma l’avvocato Villardita non molla: «Abbiamo chiesto copia dell’esito della risonanza magnetica funzionale alla testa per verificare le sue condizioni neuro, radiologiche, morfologiche e funzionali».

E il difensore non ritiene chiusa neanche la partita delle telecamere: «I miei periti Scambi e Mendola stanno rianalizzando con una versione ancora più sofisticata del programma videoforense le immagini di Vanity House, Despar e Di Bari Maria, ovvero quelle interessate al passaggio della mia assistita nei momenti in cui sostiene di essere assieme al suocero».

L’ultima carta che Veronica – se davvero il confronto all’americana col suocero non dovesse esserci – potrà giocarsi, in un processo tutto in salita, prima del verdetto dei periti sulle condizioni della sua mente.

Twitter: @MarioBarresi  – La Sicilia

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