FAVARA – ”Giustizia Privata”. 4 arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale

Con l’accusa di omicidio preterintenzionale ai danni del favarese Bennardo Chiapparo di 68 anni, deceduto lo scorso febbraio, i carabinieri della Tenenza di Favara, coadiuvati dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e di altri reparti della Compagnia di Agrigento, hanno arrestato all’alba di oggi quattro persone, tutte di Favara, tra i 27 e 40 anni.

Si tratta di Antonino Pirrera, Michele Sorce, Carmelo Pullara e Giovanni Ruggeri. Il primo è finito in carcere, gli altri tre ai domiciliari.

L’ordinanza di applicazione della custodia cautelare è stata emessa dal Tribunale di Agrigento, Gip Alessandra Vella.

L’indagine trae origine dal decesso di Chiapparo, avvenuto lo scorso 10 febbraio presso l’ospedale San Giovanni di Dio. L’uomo si trovava già ricoverato da 10 giorni con un grave trauma cranico, causato, a dire di chi lo aveva accompagnato, da una banale caduta avvenuta lo stesso pomeriggio.

Le indagini effettuate, condotte dai Carabinieri della Tenenza, e coordinate dal Pubblico Ministero Matteo Delpini, hanno invece delineato un quadro ben diverso, riassunto nel nome stesso dell’indagine: ”Giustizia Privata”.

Questi i fatti ricostruiti dagli inquirenti. Chiapparo avrebbe nella serata dell’1 febbraio sgridato il figlio di Pirrera in quanto poco prima aveva tirato dei calci a una insegna pubblicitaria dell’autolavaggio del 68enne. Il bambino sarebbe caduto, procurandosi delle escoriazioni alle ginocchia.
Pirrera venuto a conoscenza del fatto, avrebbe organizzato per la stessa sera una spedizione punitiva insieme ad altre persone nei confronti di Bennardo. Pirrera avrebbe sferrato un pugno facendo cadere a terra Bennardo che batté violentemente la testa, procurandosi una emorragia celebrale. I figli di Bennardo, andati subito in soccorso del padre, venivano aggrediti violentemente dagli altri arrestati. Uno dei due figli ha riportato anche una frattura al braccio.

Intanto a seguito della perquisizione a casa di Pirrera i militari hanno trovato e sequestrato anche dei reperti ritenuti di interesse archeologico, ovvero un’anfora e un vaso in terracotta e un boccale in ottone.

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