MILANO – Ucciso il killer di Berlino
Una banale richiesta dei documenti, poi trenta secondi che cambiano tutto lo scenario: il giovane ucciso dalla polizia a Sesto San Giovanni (Milano), durante un controllo casuale di una pattuglia, è il killer di Berlino, il tunisino Anis Amri. È accaduto alle tre della notte tra giovedì e venerdì, in piazza 1° Maggio, davanti alla stazione dei treni.
Due agenti hanno fermato un giovane magrebino che camminava da solo nel buio e gli hanno chiesto i documenti. Il ragazzo, in un italiano abbastanza buono, ha detto di non averli con sé e quando i poliziotti gli hanno chiesto da dove venisse ha risposto: «Dalla Calabria». Poi è stato invitato a svuotare le tasche e a mostrare cosa avesse nello zaino. A quel punto, dopo aver tirato fuori uno shampoo di marca tedesca e altri oggetti per l’igiene personale, il giovane ha afferrato all’improvviso una pistola calibro 22 e ha sparato a uno degli agenti ferendolo alla spalla. Poi si è accucciato dietro la macchina, pronto ad attaccare di nuovo, gridando: «Poliziotti bastardi». A quel punto l’altro agente, in prova e con 9 mesi di servizio, ha sparato un colpo e lo ha preso al petto. Amri è morto dopo una decina di minuti. Ben presto quello che all’inizio sembrava uno scontro a fuoco nella notte di una periferia milanese è diventato l’epilogo internazionale dell’ultimo attacco terroristico in Europa.
La pistola usata dal tunisino si è rivelata essere la stessa da cui sono partiti i colpi che hanno ucciso l’autista polacco del tir usato per la strage al mercatino . La conferma che si tratti di Anis Amri è arrivata questa mattina anche dalle impronte digitali. Sul corpo del 24enne non è stato trovato alcun documento di identità ma c’era un biglietto del treno che aiuterà a ricostruire i suoi spostamenti: avrebbe preso un treno che da Chambery in Francia, passando da Torino, lo avrebbe poi portato a Milano. Alla stazione centrale sarebbe arrivato all’una di notte, dunque due ore prima che i poliziotti italiani lo fermassero. L’ipotesi del pool antiterrorismo guidato da Alberto Nobili è che l’attentatore di Berlino volesse raggiungere il Sud Italia. Resta ancora da capire come sia riuscito a raggiungere la Francia dalla Germania. Nello zaino aveva un coltellino e qualche centinaio di euro: niente cellulari, nessuno scritto, nessuna chiave: «È un fantasma, non lasciava traccia», ha detto il questore di Milano De Iesu.
Gli agenti che si sono trovati faccia a faccia con il killer di Berlino si chiamano Cristian Movio e Luca Scatà. Morio, 36 anni, è stato ferito alla spalla da Amri: ricoverato in codice giallo, questa mattina è stato operato e ha ricevuto la telefonata di ringraziamento del ministro dell’Interno Minniti. Così come anche Scatà, 29 anni, l’agente in prova che era in servizio da 9 mesi e che ha ucciso il tunisino. «Guardiamo all’equipaggio della volante come a persone straordinarie, giovanissimi che facendo il loro dovere hanno
fatto un servizio straordinario alla comunità – ha detto Minniti in conferenza stampa-. Interpreto il sentimento del nostro Paese nel dire che l’Italia è a loro grata». «Quanto avvenuto a Milano dimostra quanto sia importante un accresciuto controllo del territorio – ha aggiunto il premier Gentiloni – e serve aumentare la collaborazione a livello internazionale». Le autorità tedesche hanno fatto sapere che prosegue la ricerca di possibili complici di Amri.
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