SAVOCA – Una donna fermata per il delitto di Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco trovato morto

Roberto Scipilliti, il vigile urbano ritrovato cadavere lo scorso 14 gennaio nelle campagne di Savoca, sarebbe stato ucciso da una donna che i carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno già fermato. Non è ancora chiaro il movente che avrebbe spinto la 47enne Fortunata Caminiti ad uccidere Scipilliti, ma sono molti gli indizi che portano a lei quale responsabile dell’omicidio. Sono state le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza a mettere gli investigatori sulle tracce di una Fiat Panda di colore giallo, di cui non si riusciva a leggere la targa, ma che si vedeva transitare alle 15.28 in direzione mare/monte, verso il luogo del rinvenimento del cadavere con a bordo più persone non distinguibili. Alle successive 15.35 – dunque solo dopo 7 minuti – il mezzo veniva registrato mentre tornava in senso opposto dal luogo di rinvenimento del cadavere. L’auto, di cui successivamente è stata individuata la targa, risultava intestata a una ditta di noleggio del catanese, che il 4 gennaio (il giorno precedente la scomparsa di Scipilliti) era stata affittata proprio alla Caminiti che nella circostanza aveva presentato documenti falsi.

L’auto era stata restituita con un giorno di ritardo, tanto che la donna si era dovuta giustificare dicendo che a bordo della vettura vi era stata una lite violenta tanto che alcuni suoi amici erano ricoverati in ospedale. Precisava anche che l’auto si era sporcata di sangue ed aveva provveduto a pulirla con l’alcol. Nei giorni successivi un altro soggetto, mentre stava pulendo il mezzo per conto della ditta di noleggio, notava che nel vano porta oggetti posto sotto il sedile del passeggero anteriore , vi era una pozza di sangue sulla quale galleggiava una penna. Agli investigatori è apparso a quel punto evidente come all’interno di quell’auto si fosse consumato un delitto, quello del povero vigile del fuoco, ucciso proprio dentro quel mezzo.

Fortunata Caminiti era già stata arrestata nelle prime ore del 14 gennaio 2017, dai Carabinieri della Compagnia di Messina Sud, insieme al latitante Fabrizio Ceccio, pluripregiudicato messinese classe 1972, attivamente ricercato da aprile dell’anno scorso, allorquando si era reso irreperibile poiché colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di “associazione per delinquere finalizzata alle truffe, al riciclaggio ed alla ricettazione”.

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