AGRIGENTO – Rino La Mendola su Cattedrale e Ipogei [VD TG]

Sul tema del consolidamento della cattedrale interviene il Vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Rino La Mendola, che conosce bene il territorio della città dei templi, per avere a lungo ricoperto il ruolo di Presidente dell’Ordine Provinciale e di Capo del Genio Civile di Agrigento.

Bisogna intervenire presto !! Ben vengano i lavori di manutenzione e consolidamento della cattedrale, sottolinea La Mendola, che sono indispensabili per mantenere il monumento, evitando danni irreversibili, ma il tema principale rimane quello di risolvere alla radice il problema con lavori di consolidamento del versante su cui sorge la Cattedrale, che è costituito da un banco calcarenitico fratturato, i cui blocchi si muovono in modo disarticolato, procurando un progressivo quadro fessurativo di difficile consolidamento agli edifici che, come la cattedrale, ricadono a cavallo delle fratture del banco stesso.

L’auspicio è dunque che i lavori di messa in sicurezza della cattedrale, siano propedeutici ai lavori di consolidamento dell’intero versante, che sono particolarmente impegnativi, in quanto non è affatto semplice ridurre gli effetti dei movimenti relativi tra i blocchi del banco calcarenitco su cui sorge buona parte del centro storico.

Ma i problemi del sottosuolo agrigentino , continua La Mendola, non si limitano alle fratture che provocano i dissesti della cattedrale, ma anche alla necessità di consolidare gli ipogei che attraversano il sottosuolo del centro storico, i quali, per secoli, hanno raccolto le acque sotterranee per drenarle a valle, alleggerendo notevolmente il peso del banco calcarenitico ed evitandone lo scivolamento verso valle. Tali ipogei, nel corso dell’ultimo secolo, sono stati manomessi e trasformati in pericolose cavità sotterranee che raccolgono le acque senza poterle più drenare a valle, appesantendo la collina e svolgendo dunque un ruolo opposto a quello per i quali erano stati realizzati. Vi è peraltro il rischio che, in assenza di manutenzione, qualche cavità sotterranea possa nel tempo cedere, provocando gravi danni in superficie ed ai fabbricati sovrastanti.

Sono queste le motivazioni che nel 2007, nella qualità di Capo del Genio Civile, mi avevano spinto a chiedere all’Assessorato alle Infrastrutture l’istituzione di un tavolo interdipartimentale, con l’obiettivo di rilevare dettagliatamente la rete sotterranea e di programmare adeguati interventi di consolidamento nelle zone più critiche. Tale tavolo, all’epoca aveva prontamente avviato la prima fase, eseguendo il rilievo e la mappatura georeferenziata degli imbocchi agli ipogei. Ma la seconda fase, finalizzata al consolidamento delle cavità del sottosuolo agrigentino, è rimasta all’epoca sospesa per mancanza di fondi. Oggi, nell’ambito dei lavori di consolidamento del versante su cui sorge la cattedrale, il progetto di consolidamento e valorizzazione degli ipogei potrebbe essere ripreso e portato a termine, offrendo peraltro alla città un duplice vantaggio: la messa in sicurezza del sottosuolo ed un parziale recupero di percorsi sotterranei che, se adeguatamente restaurati, potrebbero costituire una nuova attrattiva per i turisti.“

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