LICATA – Omicidio Marzullo, il nipote tradotto in carcere

Giuseppe Volpe, il diciannovenne accusato dell’omicidio dello zio, Giacinto Marzullo assassinato ieri pomeriggio, in serata è stato tradotto nel carcere Petrusa di Agrigento, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il giovane è accusato di omicidio ed è stato posto in stato di fermo. Egli stesso, all’alba di oggi al termine di un lungo interrogatorio al commissariato di polizia di Licata, avrebbe confessato di avere sparato allo zio, uccidendolo. Il giovane ha fatto ritrovare agli agenti la pistola usata per il delitto, una calibro 9, indicando il canalone di raccolta delle acque piovane dove l’aveva buttata subito dopo l’omicidio.

Determinanti sono stati gli interrogatori che la polizia di Licata, la squadra mobile di Agrigento ed i carabinieri della compagnia cittadina hanno condotto nel corso della notte, sentendo familiari e parenti della vittima. Alcune dichiarazioni non hanno convinto gli inquirenti, che hanno continuato a sentire queste persone per molte ore. All’alba sarebbe arrivata la confessione di Giuseppe Volpe. 

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