SONDAGGIO DEMPOLIS- Regionali 2017,Testa a testa Cancelleri – Musumeci

Nell’estate dell’esercito dei selfie, questa è la prima prima foto panoramica delle Regionali 2017. Nelle ultime settimane sono circolati alcuni sondaggi (anche di prestigiosi istituti), tutti con una committenza di parte: partiti, movimenti o candidati in lizza alle prossime elezioni. Quella che pubblicata nell’edizione odierna de “La Sicilia” – un sondaggio condotto fra domenica scorsa e ieri, dall’Istituto Demopolis – in esclusiva per il nostro giornale – a 60 giorni dal voto del 5 novembre – è la prima rilevazione super partes. Certo, la delusione degli irriducibili si manifesterà comunque. Ma sarà più complicato, stavolta, definire «farlocco» un sondaggio non pagato da alcuno dei contendenti.

Lo scenario

Una domanda che ci hanno posto in molti: è stata misurata la forza delle liste a sostegno degli aspiranti presidenti? Non diffusamente, poiché – come ci hanno spiegato gli esperti di Demopolis nel costruire assieme lo schema dell’indagine – in questo momento sarebbe prematuro. E i dati raccolti, dunque, poco attendibili. Ma partiti e movimenti, in questo sondaggio, non sono stati convitati di pietra. Nel porre il quesito sul consenso sui candidati a presidente, infatti, è stata elencata la composizione delle coalizioni al completo. Certo, ancora non si conoscono né la configurazione esatta delle liste, né i nomi dei candidati all’Ars. Eppure il dato sugli aspiranti governatori, oggi, è quello demoscopicamente più aggiornato. Anche se tutt’altro che consolidato: «La partita – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – è apertissima, l’area grigia di chi non ha ancora deciso se e per chi votare è molto vasta: quella scattata è una fotografia del consenso destinata a mutare in modo significativo in due mesi di campagna elettorale. Non va dimenticata l’altissima astensione e l’estrema mobilità del voto dei siciliani che, nelle ultime tornate elettorali, hanno cambiato spesso idea da un’elezione all’altra».

Una cosa è certa. Cambiano le motivazioni dei siciliani alle urne. «Questa prima analisi – ricorda Vento – sembra confermare una tendenza che appare sempre più netta: a incidere maggiormente sul voto degli elettori siciliani, il 5 novembre, sarà soprattutto la scelta del candidato alla Presidenza o all’Ars». E questo perché «soltanto una minoranza dei siciliani intervistati da Demopolis ritiene di votare in base alla propria appartenenza di partito».

I risultati/1: consenso

Approfondiamo i risultati già anticipati sul sito in un altro articolo. Giancarlo Cancelleri, primo col 35%, «in termini di consenso personale, appare oggi più forte della propria lista», si lascia sfuggire il direttore di Demopolis. Per i 5stelle è davvero arrivato il momento di sfatare il tabù del “meglio soli che male accompagnati”? Magari investendo su una seconda lista extra-meetup per ottenere quelle migliaia di voti che potrebbero essere decisivi per vincere? Staremo a vedere.

Nello Musumeci, che «supera il candidato del M5S nelle province di Catania e Messina», può contare sul sostegno plurimo del centrodestra riunificato: Forza Italia, #DiventeràBellissima, Fratelli d’Italia, Lega-Noi con Salvini, Sicilia Indignati di Armao, Mpa, Cantiere Popolare, Idea Sicilia di Lagalla, Udc. In altri sondaggi recenti, l’ex presidente della Provincia etnea sfondava il muro del 40%. Per Demopolis, invece, è al 34%. Era sopravvalutato dalle rilevazioni commissionate da forze della coalizione? Oppure, visto che le interviste di Demopolis sono state realizzate dopo la presentazione ufficiale, Musumeci comincia a risentire dell’effetto – dannoso – della “rimpatriata”, con tanto di photo opportunity nella sala stampa di Palazzo dei Normanni, dei leader del nuovo (e vecchio) centrodestra siciliano? Ancora è troppo presto per dirlo, ma è un tema di riflessione che resta aperto. Pronto a essere confutato dal fattore-trascinamento di almeno sei liste a sostegno del deputato regionale etneo.

Anche il rettore Micari – che, come ricorda il direttore di Demopolis, «deve di fatto iniziare la propria campagna elettorale» – punta su liste competitive. Sono certe quelle di Pd, Sicilia Futura, Ap-Centristi, Il Megafono, Arcipelago Sicilia di Orlando. Ma il sondaggio ci dice che neanche il «passo accanto» di Rosario Crocetta, in questo momento, riesce a far recuperare lo svantaggio. A proposito: Demopolis ci regala anche quello che in un disco sarebbe quasi un bootleg. Un dato inizialmente rilevato per uno scenario poi accantonato. E se ci fosse stato anche Rosario? Il peso del governatore uscente ricandidato, secondo Demopolis, si aggira sull’8%. Senza scalfire più di tanto Cancelleri né Musumeci, ma togliendo consensi soprattutto a Micari e in parte a Fava. Molto più basso del consenso personale sarebbe il risultato delle liste di un Crocetta non candidato.

Fava, ieri, ha ricevuto l’invito al dialogo da parte del candidato di centrosinistra. Certo, il 6% della sinistra farebbe comodo al Pd, che però – per le condizioni poste dai potenziali alleati – dovrebbe rinunciare ad Alternativa popolare. Ma quanto pesa Alfano oggi in Sicilia? Più o meno della reunion dei compagni attorno al vicepresidente dell’Antimafia nazionale? Nessuna risposta dai sondaggisti. Per ora.

L’ultima riflessione sui cosiddetti “altri”. Tutti assieme, gli outsider per la corsa alle Regionali, non superano il 3%. Un altro elemento su cui riflettere.


I risultati/2: notorietà e fiducia

Un elemento, quest’ultimo, che rende molto interessanti gli altri dati rilevati da Demopolis. A due mesi dal voto, Musumeci è nettamente – con il 79% – il candidato più conosciuto dai siciliani, seguito da Fava al 60%. Cancelleri risulta noto al 58% degli intervistati. Bassissima appare invece la notorietà di Micari, di cui ha sentito parlare appena un quarto dei cittadini. Il sondaggio ha misurato anche la fiducia dei siciliani nei principali competitor, «ponendo il quesito agli intervistati che conoscono o hanno sentito parlare di ciascun candidato». Il gradino più alto, nel podio dell’affidabilità, lo ottiene (con il 43%) il grillino Cancelleri; ma c’è un robusto 40% che afferma di fidarsi di Musumeci. E anche Micari, con il 38%, «gode di un’ampia fiducia tra coloro cui oggi risulta noto». Dunque, in questo caso, è corretta la strategia del centrosinistra, che vuole rafforzare la riconoscibilità del rettore di Palermo, soprattutto in Sicilia orientale.


I risultati/3: indecisi e affluenza

«L’Isola – certifica Vento – paga in modo rilevante, in chiave sociale ed economica, gli effetti della crisi degli ultimi anni, che si riflettono in una grave disaffezione dei cittadini verso i partiti e le istituzioni politiche regionali». Perciò si annuncia un astensionismo-monstre: il 54% dei siciliani, oggi, non voterebbe alle Regionali. Su circa 4,6 milioni di aventi diritto, secondo la stima Demopolis, si recherebbero ai seggi 2,1 milioni elettori; oltre due milioni e mezzo di siciliani rimarrebbero a casa. E c’è un alto tasso d’incertezza anche fra chi ha deciso di votare: uno su quattro non sa ancora per chi.

Saranno loro – indecisi e aspiranti disertori delle urne – a decidere l’elezione più pazza del mondo.

Twitter: @MarioBarresi

FONTE. LA SICILIA

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