PALERMO – La cocaina dal Sud America alla Sicilia, blitz di Polizia e Finanza con 19 misure cautelari [Vd Tg]

Dall’ecstasy comprata in Germania e venduta nei locali notturni alla cocaina importata dal Sud America. Alessandro Bono, 38 anni, originario di Carini, di strada ne avrebbe percorso parecchia. Sette anni anni dopo il suo arresto per il giro di “pasticche”, i finanzieri del Goa e i poliziotti della Squadra mobile lo piazzano alla guida di un’associazione che riempiva di polvere bianca le piazze di Palermo, Carini, Capaci, Partinico, Trapani, Salemi, Mazara del Vallo e Marsala. Un giro in grande stile andato avanti fino al maggio scorso. Sono diciassette le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Palermo: tredici in cella e quattro agli arresti domiciliari. Ci sono anche delle persone raggiunte da misure alternative al carcere.
Bono sarebbe riuscito ad attivare dei canali diretti con i narcos sudamericani. La cocaina, comprata a 30 mila euro al chilo, giungeva da Colombia, Venezuela, Ecuador e Costarica. Gli investigatori hanno anche monitorato le trasferte dei grossisti stranieri in Sicilia per chiudere gli affari. A volte la polvere bianca passava dalla Calabria dove Bono aveva trovato in Rocco Morabito, omonimo del trafficante arrestato alcuni giorni fa in Uruguay, il punto di riferimento.
Si erano inventati ogni stratagemma per i traffici illeciti. Di cocaina erano state intrise le pagine di un libro, un regalo spedito via posta dal Venezuela. Poca roba rispetto ai 4 chili all’interno di una pedana con del parquet, o gli undici chili nascosti dentro il blocco motore di un’automobile. Un’alta volta la droga era stata nascosta nel macinino da caffè. Il tutto caricato nei container dei corrieri espressi all”oscuro di tutto.
Un’indagine difficile quella coordinata dal procuratore Francesco lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Maurizio Agnello, visto che indagati usavano la chat degli smartphone “Black Berry”, un sistema difficile da decifrare. E adesso si indaga per scoprire la rete di contatti di Bono che non è un mafioso, ma di certo aveva grandi disponibilità di denaro. 

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