AGRIGENTO – Pietro Grasso al teatro Pirandello [VD TG]

Il Presidente del Senato, Piero Grasso, ieri sera, al teatro Pirandello, ad Agrigento, in occasione della presentazione del suo libro “Storie di sangue, amici, fantasmi, Ricordi di mafia”. Secondo Pietro Grasso, Agrigento, è una tappa fondamentale per la presentazione del suo libro: “Penso che sia molto utile per le generazioni conoscere quei fatti del 1992 e penso che sia molto utile per la loro formazione – spiega – . Quella storia riesce a trasmettere principi e valori che sono molto utili per i ragazzi di oggi”. INTERVENTO GRASSO TG 98 …….

A dialogare insieme al Senatore Piero Grasso, il giornalista Salvo Palazzolo e il Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto dal palco del Pirandello. Ripercorsi i 25 anni dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, ascoltando anche le toccanti lettere che Grasso scrive ai giudici, Falcone e Borsellino, tratte sempre dal suo libro  e interpretate dal direttore artistico del teatro Pirandello, Sebastiano Lo Monaco. Nel volume l’autore non rinuncia all’emozione personale, ma vi affianca sempre l’analisi del magistrato e la prospettiva storica di chi ha molto riflettuto e combattuto il fenomeno mafioso. INTERVENTO GRASSO TG 98…….

Il presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, prima della presentazione del suo libro al teatro “Pirandello” di Agrigento, si è  fermato a ricordare il giudice Rosario Livatino: Ho portato un mazzo di fiori per ricordare quando con Giovanni Falcone sono venuto ai funerali del giudice. Agrigento è sempre stata una città feconda di magistrati per combattere il fenomeno della mafia e di Cosa Nostra”.La stele è stata  vandalizzata lo scorso 18 luglio. “Già papa Giovanni Paolo II aveva definito Livatino martire della giustizia e della fede – ha aggiunto – e l’opera di beatificazione è iniziata. Questo è un grande risultato, una grande apertura da parte della Chiesa nei confronti di quei magistrati, come Livatino, che sono stati martiri perché hanno dato la loro vita per la giustizia. In Livatino c’era in più una grandissima fede cattolica che lui esprimeva anche nella sua attività laica di giudice. Non posso mai dimenticare le lettere, i quaderni con le scritte S. T. D., che ci hanno fatto parecchio indagare per capire il significato. E poi lo abbiamo capito, era ‘Sub tutela dei’. Qualsiasi cosa lui faceva, la faceva sotto la tutela di Dio e quindi ce lo fa sentire molto vicino”. 

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