MAFIA – Nessuna prova del summit con Lombardo, le motivazioni della sentenza

Lo scorso 31 marzo 2017 la Corte d’Appello di Catania ha assolto l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, dall’accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa condannandolo a 2 anni di reclusione, pena sospesa, per corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso ma senza i caratteri dell’intimidazione e della violenza. Ebbene, adesso sono state depositate le motivazioni della sentenza, e i giudici della Corte, tra l’altro, affermano: “Il contestato summit tra i vertici mafiosi e Raffaele Lombardo nel giugno del 2003 a casa dell’ex presidente della Regione è un fatto assolutamente privo di riscontro probatorio, ed è certamente errata la collocazione temporale assegnata dal giudice di primo grado dato che Carmelo Puglisi, che secondo le dichiarazioni del boss pentito Santo La Causa sarebbe stato presente al summit, nell’estate del 2003 era ancora detenuto”. Le motivazioni sono accolte con soddisfazione da due legali di Raffaele Lombardo, gli avvocati Alessandro Benedetti e Filippo Dinacci, che commentano: “La sentenza rende giustizia delle tante fantasiose ricostruzioni operate dal giudice di primo grado facendo verità sui nodi più spinosi del processo. E dimostreremo in Cassazione l’insussistenza anche delle residuali accuse ancora a carico di Raffaele Lombardo”.

 

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