MAFIA – Chiesta la confisca dei beni per il numero 2 di Cosa Nostra

La confisca di tre appartamenti, alcuni appezzamenti di terreno, due ditte individuali che operano nel settore del commercio e cinque fra conti correnti e rapporti bancari. La Direzione distrettuale antimafia chiede di requisire i beni del boss Francesco Ribisi, condannato definitivamente con l’accusa di essere stato il nuovo numero due di Cosa Nostra Agrigentina almeno dal 2010 al 2012, nei cui confronti pende un processo “bis” in Cassazione dove la condanna a 15 anni e 4 mesi potrà, al massimo, essere solo in parte rideterminata. Davanti ai giudici della prima sezione penale misure di prevenzione si è celebrata l’udienza nella quale il pm ha chiesto l’applicazione per cinque anni (pena massima) della sorveglianza speciale.

Il provvedimento, operativo solo dopo la scarcerazione – Ribisi è in carcere dal 26 giugno del 2012, quando è scattata l’operazione Nuova Cupola – prevede delle restrizioni della libertà personale in considerazione della pericolosità sociale.  I difensori, gli avvocati Daniela Posante e Giuseppe Barba,  hanno invece chiesto il rigetto di tutte le richieste sostenendo che si tratta di beni “del tutto proporzionati ai redditi dichiarati” e che non sono stati acquisiti in ragione dell’appartenenza di Ribisi a Cosa Nostra. La riserva sarà sciolta nei prossimi giorni.

 

 

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