PALMA DI MONTECHIARO – Omicidio Caravotta, Procura chiede 21 anni di reclusione per Giuseppina Ribisi

“E’ una madre spietata”. Con queste parole il pg Rosalia Cammà ha chiesto – durante la requisitoria – la condanna a 21 anni di reclusione per Giuseppina Ribisi, accusata di aver preso parte all’omicidio del cognato Damiano Caravotta, il 25enne di Palma di Montechiaro ucciso al culmine di una lite familiare con quattro colpi di pistola dal figlio (allora 16enne) della Ribisi nonché nipote del Caravotta.

Il baby killer ha scontato dieci anni presso un istituto di pena minorile mentre la madre ha affrontato tutti i gradi di giudizio salvo ora ritrovarsi davanti la Corte d’assise, presieduta da Angelo Pellino con a latere Roberto Murgia: condannata a 24 anni per omicidio e detenzione d’armi in primo grado (d.ssa Turco presidente); condanna ridotta in appello a 21 anni per il solo reato di omicidio; la Cassazione, infine, su istanza dell’avvocato Castronovo – difensore della Ribisi – ha disposto un nuovo processo.

La difesa ha chiesto anche di ritornare al “Villaggio Giordano”, il quartiere di Palma di Montechiaro in cui si consumò l’omicidio, per fare dei confronti. Infine, nell’istanza presentata dall’avvocato Castronovo, la difesa ha chiesto l’audizione dei vicini di casa nonché la produzione di una felpa indossata dalla Ribisi quella sera.

Prossima udienza fissata per il 26 febbraio per l’arringa difensiva dell’avvocato Castronovo e, probabilmente, si andrà anche a sentenza.

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