11 arresti tra Partinico e Camporeale: decine di furti in tre province e violenza sessuale su minore

Sgominate due organizzazioni a Partinico e Camporeale dedite a furti di rame e batterie di ponti ripetitori ma anche di numerose autovetture e in abitazioni non solo nei due comuni ma anche in altri nella provincia di Palermo, Trapani e Agrigento. Sono accusati anche di ricettazione dei beni rubati, di rapina, di false denunce di furti e, infine, di atti sessuali con una minorenne.

Sono in tutto 15 le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Palermo ed eseguita dalla Compagnia dei carabinieri di Partinico: 8 sono finiti in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’indagine, che è durata un anno e mezzo, è stata avviata dopo l’intensificarsi dei furti di rame, di autovetture e in abitazioni rurali. Dalle indagini è emersa l’esistenza di due gruppi. Quello che operava a Partinico era formato da sei degli odierni indagati.

Più precisamente, in tutto, sono stati accertati 5 diversi episodi di furti di cavi di rame, per un complessivo di circa 300 kg, ai danni delle infrastrutture Enel per la rete di distribuzione dell’energia elettrica e, in caso, anche presso un cimitero comunale, 21 furti di batterie (in totale oltre 200 dispositivi) presso i ponti ripetitori di proprietà delle società Vodafone, Wind Tre e anche Leonardo Company, 14 furti di auto e 1 furto di un trattore, 11 furti in abitazioni rurali ed estive, 1 rapina (gioielli e denaro contante) in casa di un’anziana in provincia di Trapani e il furto dell’impianto di videosorveglianza e dei sanitari del Centro Polifunzionale del Comune di Camporeale.

Uno degli arrestati, infine, è chiamato a rispondere, in concorso con il proprio figlio, del reato di atti sessuali con minore per avere accompagnato con la propria auto una giovane 14enne, senza il consenso dei suoi genitori, a casa del figlio, ristretto agli arresti domiciliari, che l’attendeva per consumare con lei ripetuti rapporti.

A capo della prima banda Giampiero Palazzolo che aveva come base operativa proprio piazza del Papiro a Camporeale. La seconda con a capo Gaspare Castello. Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali i militari sono riusciti a risalire ai componenti dell’organizzazione che avrebbe messo a ferro e fuoco comuni di tre province.

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