Ad Agrigento ContemporaneA 2012

Dopo gli ottimi riscontri della prima edizione, ritorna ContemporaneA, la rassegna estiva dedicata alla letteratura under 35.

La rivista letteraria El Aleph, in collaborazione con la Libreria Capalunga, anche quest’anno ha selezionato 5 giovani scrittori che in questo inizio di millennio hanno vissuto i loro vent’anni – l’età della formazione universitaria, del primo approccio al mondo del lavoro, l’età in cui l’occhio si fa più analitico e la società in cui si vive assume contorni più netti in tutte le sue zone d’ombra – e che ancora oggi non smettono di raccontare la contemporaneità.

Gli incontri saranno condotti da Gero Micciché e verranno integralmente ripresi dalle telecamere di Teleacras, e successivamente trasmessi in tv.
Giovani musicisti e attori si alterneranno nel corso delle serate.

Un breve intervento critico sarà riservato ad ogni incontro ad alcuni giovani talenti agrigentini, fra cui:
Beniamino Biondi (Poeta e critico)
– Rogero Fiorentino (Giornalista)
– Loris Magro (Critico)
– Dario Piparo (Scrittore)

Potete trovare la pagina della rassegna, il calendario e le schede degli autori e dei libri presentati all’indirizzohttp://elaleph.it/2012/07/20/contemporanea-seconda-edizione

Si comincerà con Il Demone a Beslan (Mondadori) di Andrea Tarabbia, venerdì 27 Luglio alle 19 presso l’ex Collegio dei Filippini.

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ANDREA TARABBIA – IL DEMONE A BESLAN
Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà.È l’uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. 334 morti, di cui oltre la metà bambini: questo il bilancio dei tre giorni di sequestro in cui più di mille persone sono state tenute in ostaggio da un commando di separatisti ceceni. Marat è l’unico fra gli attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa e imprigionato in un carcere di massima sicurezza a Mosca. E qui, chiuso in una cella gelida e isolata, scrive la sua ultima confessione. È pronto ad assumersi la responsabilità che gli spetta, ma ha anche un’urgenza più forte: raccontare la sua storia.È così che comincia: con Marat e il suo migliore amico Shamil seduti sull’erba di un anfiteatro in un pomeriggio di pace, con Shamil che ridendo si allontana nella boscaglia e dopo pochi passi lancia un urlo terrificante. Nascosti sotto un mucchio di pietre e frasche trovano sette corpi straziati: è il primo segnale. A casa li attende un villaggio saccheggiato e deserto, le porte delle case spalancate e nessuno dei familiari e degli amici.È così che comincia: Marat in quel pomeriggio terribile capisce che non esiste più una legge e nemmeno le regole, che non c’è onore né coraggio, ma solo paura. E allora si unisce ai guerriglieri in montagna, e con loro si prepara a un’azione in grado di rimbombare da un capo all’altro del mondo. È così che comincia: in un giorno di festa pieno di fiori, in una scuola alla periferia del Caucaso e del mondo.Facendosi carico di tutto il peso e la colpa della voce di Marat, Andrea Tarabbia immagina una storia di vento, fango, sangue e vendetta, la storia di un’amicizia che resiste a tutti gli orrori. Con delicatezza e profondità, racconta il viaggio dentro il male nella sua forma più umana e disperata, a confronto con i demoni che terrorizzano l’Occidente. E lo fa con una forza che non si dimentica.

 

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