AGRIGENTO – All’indomani delle dimissioni di Zambuto

Le dimissioni di Marco Zambuto da Sindaco di Agrigento sono state immediate e irrevocabili. Ieri, il Preefetto Nicola Diomede aveva inviato un funzionario della Questura in Tribunale per acquisire copia del dispositivo della sentenza di condanna, ed avviare l’iter  per la sospensione, ma non ce ne stato bisogno, visto che Zambuto si è dimesso e con lui decade anche la giunta. Il Vice, Piero Luparello, guiderà il Comune in attesa della nomina di un commissario, mentre il consiglio resta al suo posto, fino alle prossime elezioni.

Quella di Zambuto, purtroppo, negli ultimi tempi è stata una parabola discendente: dalla tentata elezione al Parlamento di Bruxelles a semplice cittadino agrigentino. E’ stato per sette anni Sindaco di Agrigento, la tanto attesa spallata che i suoi avversari politici volevano dargli con la tanto annunciata e discussa mozione di sfiducia , da sempre annunciata, ma mai eseguita chissà perché, non ci sarà più bisogno di presentarla, perché, ieri, Zambuto ha tolto il disturbo, in maniera dignitosa, onesta e galante come lo è sempre stato. Una condanna per abuso d’ufficio per un articolo pubblicato su un giornale. Dunque, Zambuto lascia la guida della città, con rammarico e dolore. In molti, come dicevamo, in questa seconda legislatura, hanno remato contro Zambuto, ma lui, nonostante tutto è sempre riuscito con garbo ad andare avanti e superare ogni ostacolo. Nel suo messaggio, ieri, l’ormai ex primo cittadino ha evidenziato che lui è capace di pensare e agire secondo coscienza e secondo la sua testa, come ha sempre fatto. Sin da quando è diventato Sindaco nel 2007, Zambuto ha sempre messo fuori dalla sua portata i grossi leader dei partiti, cosi come , in occasione della sua seconda candidatura a Sindaco, poi, stravinta al ballottaggio contro Pennica. Quella di ieri, è stata una piccola lezione di vita, a quanti lo hanno accusato, in tutti questi anni di essere attaccato al potere e ad una poltrona che lo portasse fuori da Agrigento. Ora, scatta la nuova campagna elettorale, il toto Sindaco, un nome già circola, ed è quello di Peppe Di Rosa, vice Presidente del Consiglio, un tempo amico di Zambuto, nell’ultimo anno acerrimo nemico pure lui. Per i grillini:”Zambuto ha gettato la spugna e con lui fallisce un’intera classe politica agrigentina con cui in questi anni ha condiviso gli errori e i disastri che oggi hanno lo scontato epilogo delle sue dimissioni”. Significativo anche il commento di Piero Macedonio del Patto per il Territorio, movimento che ha contribuito alla sua seconda elezione , e poi defenestrato. Usa una metafora sportiva, Macedoanio:”E’ più bello vincere sul campo e non con l’arbitro che ti regala i rigori- dice Macedonio. Sono dispiaciuto perché non ho saputo battere il mio avversario sul piano politico e non mi unisco al coro di chi canta vittoria contro Zambuto solo perché è stata la magistratura a costringerlo a dimettersi. Non parlerò più di Zambuto perché la politica non è stata capace di mandarlo a casa”.

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