AGRIGENTO – Arnone querela Messana

PREMESSA

Perché Messana non è ancora a processo per i reati elettorali del 2008?

Si premette che il sig. Messana può continuare a porre in essere i reati che qui si descrivono sol perché non è stato ancora mandato a processo, malgrado siano decorsi quasi quattro anni dalla commissione dei reati, per i delitti commessi nell’ambito delle procedure elettorali delle elezioni Regionali del 2008.

Si preannunzia che, poiché i reati del 2008 hanno direttamente danneggiato lo scrivente nella qualità di dirigente dell’epoca del Partito Democratico (a cui i reati di falso posti in essere dal Messana hanno impedito di contribuire a decidere le nomine falsificate), entro breve lo scrivente prima verificherà lo stato della procedura penale a carico del Messana – procedura che si è indubitabilmente arricchita con le SIT del sottoscritto e prima ancora con esposti del sottoscritto – poi, se sarà il caso, chiamerà codesto Procuratore Capo a rispondere dei certi ritardi e omissioni, perpetrati non mandando a processo Messana e i suoi complici nei tempi di legge.

Per richiamare codesto Procuratore della Repubblica alle sue responsabilità, è certo che Messana ha beneficiato di intollerabili ritardi nell’essere mandato a processo, malgrado prove inoppugnabili, consistenti anche in convergenti dichiarazioni di persone a suo tempo processate, sino al novembre 201, quando il sottoscritto è stato sentito a SIT, congiuntamente, dal Procuratore Capo e dal Procuratore Aggiunto.

E sin d’ora si evidenzia la circostanza che eventualmente dovrà essere valutata dai competenti Organi, relativa al fatto che la pacifica responsabilità penale del Messana illuminava, con altrettanto seri elementi ben più che indiziari, il comportamento dei pacifici mandanti e beneficiari, ossia l’on. Angelo Capodicasa e l’on. Giacomino Di Benedetto.

Non è ammissibile, chiaramente, che una Procura della Repubblica e un Procuratore Capo – mentre ritiene opportuno, sulla base di prove che comprovano l’innocenza piena e totale dello scrivente rispetto a ipotesi accusatorie tanto infamanti quanto fantasiose (e smentite oggettivamente dagli elementi raccolti, come il reato di estorsione) di chiudere le indagini in piena campagna elettorale, pur in presenza di una querela rimessa, per presunti reati della fine del 2011 – non ritenga di mandare a giudizio il Messana e i suoi complici a distanza di oltre tre anni e mezzo dai fatti.

Il sottoscritto ritiene, per concludere questa parte della denunzia, che vista la legittima prassi di codesta Procura di dare notizia agli Organi di informazione della chiusura delle indagini più rilevanti, che ancora non sia stata conclusa l’indagine a carico di Messana. E ciò configura aspetti che entro breve saranno sottoposti ai competenti Organi, che devono escludere che codesta Procura agisca anche sulla base di valutazioni di carattere “politico”: subito a processo Arnone che è un tipo “antipatico”, per presunti reati del settembre 2011, tardi (o mai) il processo a Messana per gravi reati in ambito elettorale, risalenti alla primavera 2008.

 

PARTE I – I FATTI DI DIFFAMAZIONE

Si propone querela per il comunicato stampa del Messana di ieri, integralmente pubblicato sul giornale online www.lavalledeitempli.net, nonché diffuso anche sul giornale www.agrigentooggi.it che, al contrario del primo, ha realizzato, molto correttamente, un puntuale articolo, dal contenuto molto equilibrato.

La querela, quindi, viene proposta per diffamazione aggravata per il sito www.lavalledeitempli.net e, per il semplice fatto di diffamazione semplice – per aver inoltrato lo scritto diffamatorio anche a detto sito, con conseguente lettura da parte dei giornalisti.

Il Messana ha diffamato l’avv. Arnone, con la testuale affermazione, totalmente falsa, “Giuseppe Arnone non è iscritto al gruppo consiliare di Agrigento del Partito Democratico”.

Giuseppe Arnone, invece, è regolarmente, dal momento della fondazione del gruppo consiliare del Partito Democratico (2007) e ininterrottamente sino alla data odierna, componente di detto gruppo consiliare.

Detta circostanza si comprova agevolmente, in quanto il gruppo consiliare è un organo amministrativo a tutti gli effetti, composto e disciplinato ai sensi dello Statuto Comunale e della normativa regionale sovraordinata: dalla costituzione del gruppo consiliare discendono la ripartizione di presenze all’interno di commissioni consiliari, nonchè conseguenze di carattere economico, relative ai gettoni di presenza.

Esistono, pertanto, presso il Comune di Agrigento che comprovano pacificamente l’appartenenza di Arnone al gruppo consiliare del Partito Democratico e, al contrario, non esiste alcun atto amministrativo comprovante il contrario.

Del resto, anche il sito istituzionale del Comune – che, com’è noto, risulta aggiornato praticamente “in tempo reale” sull’appartenenza dei singoli consiglieri ai vari gruppi consiliari – il consigliere Giuseppe Arnone, fornisce la notizia che il consigliere Giuseppe Arnone risulta regolarmente iscritto, da sempre e continuativamente, al gruppo consiliare del P.D..

Ad ulteriore prova di ciò, si invita codesta Procura a richiedere al Comune di Agrigento ogni e qualsivoglia formale comunicazione circa i cambiamenti di gruppo consiliare di tutti i consiglieri comunali.

In relazione al rilievo giuridico che la modifica dell’appartenenza al gruppo consiliare viene ad assumere rispetto ai frequenti cambi di gruppo, riguardanti i consiglieri di centrodestra presso la Presidenza del Consiglio Comunale di Agrigento risultano regolarmente protocollate tutte le relative comunicazioni.

Ciò esposto, non vi è dubbio che il Messana abbia scientemente mentito, diffamando l’Arnone e facendolo apparire come un soggetto non autorizzato a qualificarsi quale “consigliere comunale del Partito Democratico” perché asseritamente non appartenente al relativo gruppo consiliare presso il Comune di Agrigento.

Detta circostanza è pacificamente denigratoria e diffamatoria.

Ma anche la rimanente parte della nota del Messana appare diffamatoria, soprattutto denigratoria. Ciò in quanto i provvedimenti del Tribunale di Agrigento – che si è solo e soltanto pronunziato in merito all’urgenza dei relativi ricorsi – sono stati presentati nella nota del Messana quali provvedimenti “di merito”, comprovanti una sorta di “indegnità” dell’Arnone a ottenere la tessera del Partito Democratico.

La incredibile e sconcertante verità è che, per l’anno 2011 e 2012, il Messana e i suoi complici, violando lo Statuto del Partito Democratico, hanno omesso di aprire il tesseramento del Partito nel circolo “Agrigento Centro”. E ciò per impedire ad Arnone, e agli amici di Arnone, di richiedere e ottenere la tessera del Partito Democratico.

Anzi, Arnone – per l’anno 2012 – ha adottato il metodo statutariamente previsto e ampiamente pubblicizzato, di richiedere la tessera del PD “online”. La tessera è stata richiesta, con ampia pubblicità, al Partito centrale a Roma, via internet, e il materiale rilascio è demandato al Partito locale, che ben si guarda dall’adempiere a tale dovere.

Come si evince, l’intero scritto è quindi denigratorio. E, anzi, si sottolinea come l’Arnone richiedeva e otteneva nel 2010 (non essendo aperto il tesseramento ad Agrigento città) la tessera dal Circolo P.D. del Comune di Lampedusa (AG), previa approvazione del segretario regionale del Partito, on. Giuseppe Lupo. La tessera veniva consegnata ad aprile 2010 e, incredibilmente, solo nel dicembre 2011 – a un anno e mezzo di distanza, dopo la celebrazione di tutti i congressi, cui Arnone aderiva dunque da tesserato – il Messana personalmente comunicava ad Arnone che la tessera veniva annullata per asserite “violazioni dei criteri territoriali”. Il tutto in violazione di pacifiche previsioni statutarie, in ordine al contraddittorio e altro ancora.

Altra diffamazione viene integrata dal comunicare alla stampa nel comunicare alla stampa che l’Arnone sarebbe “un soggetto meritevole di diffida formale, per far cessare detta condotta illecita”. Come altra diffamazione è asserire che Arnone “millanta” l’appartenenza al Partito Democratico e “attacca e insulta i candidati autentici di questo Partito”.

Al fine di qualificare ulteriormente l’attività diffamatoria, si fa presente che Giuseppe Arnone è membro della Direzione Nazionale e di quella Regionale dell’associazione, interna al Partito Democratico, denominata “Ecologisti Democratici”, ininterrottamente sin dalla sua costituzione, peraltro avente sede nazionale nella medesima sede del Partito Democratico stesso, in via S. Andrea delle Fratte.

L’unica questione relativa al tesseramento di Arnone ad Agrigento è … la mancata apertura del tesseramento stesso per gli anni 2011 e 2012.

Per quanto riguarda il 2009, invece, è l’unico anno in cui Arnone è stato in effetti “sanzionato”, non convalidandosi, limitatamente a quell’anno e con procedure abnormi, la tessera a suo tempo rilasciata e pagata. Ciò con la motivazione che Arnone si era autonomamente candidato – nell’ambito di uno scontro politico con il gruppo interno al PD che fa capo al Messana –a Presidente della Provincia Regionale. Ma, si ribadisce, la sanzione fu limitata all’anno 2009.

 

PARTE II – I FATTI DI VIOLENZA PRIVATA

Si denunzia altresì il Messana, per il reato di violenza privata, continuata e articolata come segue:

a) Il Messana minaccia, velatamente ma chiaramente, i giornalisti affinchè gli organi di stampa censurino Arnone, o comunque gli impediscano di associare le proprie iniziative politiche e la propria persona al simbolo e al nome del Partito Democratico. Dette minacce sono del tutto indebite, mirando oggettivamente a intimidire gli organi di stampa e danneggiare Giuseppe Arnone;

b) In precedenza, in più occasioni, la formale capogruppo consiliare del Partito Democratico, avv. Angela Galvano, comunicava che aveva posto in essere le condotte illecite e illegali di non convocare mai il gruppo consiliare e tenere costantemente Arnone all’oscuro dell’attività della conferenza dei capigruppo, organo ove la Galvano, regolarmente retribuita con gettoni di presenza, siede anche in rappresentanza dell’Arnone, su esplicita richiesta, indicazione, istigazione e pressione del segretario provinciale Messana. In Consiglio Comunale, più volte, innanzi a contestazione delle sue inadempienze e delle violazioni dei diritti di Arnone quale componente del Gruppo consiliare, la Galvano dichiarava di aver agito illecitamente, perché così gli veniva richiesto e imposto dal Messana;

 

Ambedue i fatti appaiono integrare il reato di violenza privata, aggravata e continuata, sempre finalizzato a far danno alla medesima persona offesa, Giuseppe Arnone. Con possibili profili penalistici anche a carico della capogruppo Galvano, che percepisce gettoni, prebende e incarichi nella qualità di capogruppo consiliare del PD, omettendo però di svolgere i relativi compiti e, in particolare l’omissione continuata della convocazione di riunioni del gruppo consiliare P.D. al Comune di Agrigento.

 

Si chiede di essere avvisati qualora si intendesse archiviare la presente denunzia.

Il sottoscritto nomina proprio difensore l’avv. Valentina Riccobene, che provvede pure ad autenticare la firma in calce, nonché a depositare il presente atto.

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