AGRIGENTO – Ignazio Cutrò in Prefettura:”Lo Stato mi ha scaricato, la mafia non dimentica”

E’ andato in Prefettura, accompagnato dal parlamentare nazionale Filippo Perconti. Lui è Ignazio Cutrò, testimone di giustizia a cui è stato abbassato il livello di tutela personale, ricevuto dal Prefetto di Agrigento, Dario Caputo.

“La mia decisione di rifiutare la scorta, soltanto per me, è irrevocabile. Da quel momento in poi dietro il cancello di casa mia non ho trovato più nessuno. Questo – dice Cutrò – vuol dire che tutti pensano che non c’è rischio. Chi mi ha minacciato di morte oggi è al 41 bis. L’operazione Montagna? Era tutto coperto dal segreto istruttorio. Intercettazioni? Sono del 2014 ed alcuni hanno detto che erano scadute, ma io non ho trovato delle scadenze”.

La situazione di Ignazio Cutrò può essere rivalutata e si potrebbe prospettare l’assegnazione della scorta al testimone di giustizia.

Filippo Perconti dice: “La famiglia Cutrò a Bivona rischia. Io come cittadino non capisco una cosa: quando i mafiosi erano in galera i Cutrò erano protetti, adesso non più. Forse – ha detto Perconti – era più sensato dare la scorta dopo”.

Cutrò teme per la propria vita: “Non possono esserci errori di valutazione. Quelle intercettazioni non parlano di attentati nei miei confronti o meglio non dovrebbero essere imminenti. Lo faranno quando le istituzioni mi lasceranno da solo. La mafia non dimentica”.

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