AGRIGENTO – Il sindaco uscente Zambuto replica ad Alfano

“L’on. Alfano ieri ad Agrigento, nel presentare il suo nuovo pupillo, più che dire ciò che ha fatto per la città – ed avrebbe potuto fare moltissimo – ha pronunciato una serie di inutili ovvietà.Io non so se sono stato all’altezza o meno. Sono però assolutamente certo di avere amministrato con onestà ed onore e di avere salvato il Comune dal fallimento. Come so per certo che l’on. Alfano, per il grande potere che ha esercitato a Roma, avrebbe potuto aiutare la sua città e non lo ha fatto. Ancora oggi il popolo agrigentino si continua a chiedere perché non ha voluto muovere un dito per la sua comunità. È vero, io avrò anche “piagnucolato” dietro la sua porta di ministro, non mai per chiedere qualche cosa per la mia persona, quanto per chiedere aiuto per la comunità agrigentina.  Io ho chiesto tante cose: il finanziamento della rete idrica cittadina, interventi straordinari per la viabilità, la restituzione al Comune dei sei milioni di euro per la vicenda Saiseb, interventi per la palestra di Villaseta che, costruita per le pratiche sportive dei giovani agrigentini, è stata dallo Stato requisita ed utilizzata per ragioni di giustizia, la restituzione del carcere di San Vito ed altri interventi per la città. Io mi rendo conto che stiamo vivendo una crisi e che reperire risorse è sempre difficile ma sul tema delle spese di giustizia il ministro Alfano in un giorno avrebbe potuto, con una modifica legislativa, eliminare dalle casse del Comune le ingenti somme delle spese di giustizia e non lo ha fatto. Infatti con la legge fascista n. 392 del 24 aprile 1941 il nostro Comune, in quanto sede di Tribunale, deve anticipare tutte le spese di giustizia che sono ogni anno mediamente di tre milioni di euro. Di queste somme che il Comune sottrae agli interventi più urgenti, una parte viene rimborsata dopo anni ed una parte resta a carico del Comune. Noi in questi anni abbiamo ripetutamente chiesto al ministro Alfano una norma organizzativa per ripartire in modo equo su tutti i comuni che utilizzano il Tribunale le spese di giustizia. Ci è sembrato e ci sembra un’ingiustizia enorme che un servizio al quale attingono circa trecentomila cittadini debba essere sostenuto dal solo comune di Agrigento. Ebbene, su questa richiesta, assolutamente legittima non gravata da nessun costo per lo Stato, il ministro Alfano non ha voluto dare risposta alcuna ed avrebbe potuto aiutare la sua città e non lo ha fatto.  Ora solo i ciechi totali possono non vedere che un uomo potente davanti alla sua comunità, bisognosa di aiuto, se ne lavi completamente le mani.”

 

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