AGRIGENTO – La Procura sulle demolizioni in corso

La Procura di Agrigento è gravata dall’esecuzione di circa 2mila sentenze che dispongono la demolizione di manufatti illecitamente ed illegittimamente costruiti. A tale fine sono stati stipulati protocolli di intesa con alcuni Comuni, tra Agrigento, Licata, Favara e Palma di Montechiaro, maggiormente colpiti dal fenomeno dell’abusivismo edilizio. “L’esecuzione di tali provvedimenti – sottolinea la Procura agrigentina – è un’attività inevitabile, ineludibile, improcrastinabile. I Giudici dell’Esecuzione Penale e i Giudici Amministrativi hanno ribadito l’assoluta correttezza e legittimità dei provvedimenti emessi in materia di esecuzione, rigettando, da ultimo lo scorso 3 giugno, istanze difensive finalizzate ad impedire l’esecuzione di quanto disposto con sentenze di condanna penale. La Procura della Repubblica di Agrigento, in conclusione, ha sempre e solo agito in adempimento dei propri doveri, nel rispetto esclusivo e assoluto delle leggi vigenti e del principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. E continuerà a farlo”.

Ecco  l’ intervento integrale della Procura di Agrigento : 

“Come è noto agli organi di stampa in indirizzo, l’Ufficio della Procura
della Repubblica di Agrigento, gravato dell’esecuzione di circa 2.000
sentenze in materia di edilizia divenute definitive che dispongono la
demolizione dei manufatti illecitamente ed illegittimamente costruiti,
da tempo ha dato luogo ad una serie di attività finalizzate
all’esecuzione di quanto disposto in detti provvedimenti
giurisdizionali, emessi da Giudici della Repubblica Italiana in nome
del popolo italiano.
A questo fine, si è proceduto alla stipula di protocolli di intesa con i Comuni
della Provincia di Agrigento (Agrigento, Licata, Favara e Palma di
Montechiaro) maggiormente colpiti dal fenomeno dell’abusivismo edilizio.
L’esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali in questione è un’attività
inevitabile, ineludibile, improcrastinabile.
La Procura della Repubblica di Agrigento, proprio per la particolare
complessità della materia, ha stipulato protocolli d’intesa con le autorità
amministrative, prevedendo oggettivi ed insindacabili criteri nell’esecuzione
delle sentenze che hanno disposto le demolizioni.
Gli interessati alle demolizioni, o chi – forse a mero fine di speculazione – ha
inteso agire in nome di quest’ultimi, hanno avanzato riserve sull’operato della
Procura della Repubblica, sia in sede giurisdizionale, sia in diversi contesti,
anche mediatici, i quali ultimi tuttavia non interessano questo Ufficio.
Orbene, dal punto di vista delle contestazioni mosse alla Procura della
Repubblica di Agrigento in diverse sedi giurisdizionali, si ritiene oggi di dover
intervenire per rimarcare, come asseverato sia dai Giudici dell’Esecuzione
Penale sia dai Giudici Amministrativi, l’assoluta correttezza e legittimità dei
provvedimenti emessi in materia di esecuzione.
Ed invero, i Giudici dell’Esecuzione presso il Tribunale di Agrigento hanno
già, in più occasioni, rigettato istanze difensive affermando: “che, per le
ragioni sopra esposte, del tutto infondata risulta altresì la censura difensiva
riguardante l’asserita violazione del divieto di bis in idem, se solo si osserva
che, come espressamente previsto dall’art. 31 ultimo comma D.P.R. cit., il
giudice penale ordina la demolizione dell’immobile, ove altrimenti non
eseguita, l’intervento del giudice penale si colloca a chiusura di una
complessa procedura amministrativa finalizzata al ripristino delle originario
assetto del territorio alterato dall’intervento edilizio abusivo, con la
conseguenza che la sanzione amministrativa accessoria, se pure autonoma
rispetto a quella ordinata dall’autorità comunale, diviene, con tutta evidenza,
inutiliter data, ove il manufatto abusivo sia già stato demolito in esecuzione
dell’anzidetta ordinanza comunale;
ritenuto, alla luce delle superiori considerazioni, che l’avanzata istanza è
infondata, ponendosi in evidente contrasto con il ricordato costante
orientamento della Suprema Corte, da cui questo Giudice non ritiene in alcun
modo di discostarsi”, sottolineando la legittimità e correttezza dell’adozione di
protocolli di intesa in materia di demolizioni di manufatti abusivi tra Procura
di Agrigento e Comuni, con previsione dei criteri di intervento.
Del pari, il Giudice Amministrativo ha espressamente ritenuto “l’infondatezza
delle istanze cautelari proposte, tenuto conto, tra l’altro, della inoppugnabilità
degli atti presupposti (sentenze del Tribunale Penale e ordinanze di
demolizione); della circostanza che l’intervento per cui è causa è stato posto
in essere dal Comune intimato, non autonomamente, ma in esecuzione di
specifiche attività delegate dalla Procura della Repubblica di Agrigento e che
ciò risulta espressamente indicato in ciascuno degli atti impugnati, di talché
nessun margine di apprezzamento residua in capo all’Ente Locale (che
peraltro non agisce quale autorità urbanistica, ma proprio in virtù del
legittimo protocollo d’intesa stipulato con la Procura della Repubblica di
Agrigento, prodotto in atti)”, rigettando anche in detta sede, da ultimo lo
scorso 3 giugno, istanze difensive finalizzate ad impedire l’esecuzione di
quanto disposto con le più volte citate sentenze di condanna penale.
La Procura della Repubblica di Agrigento, in conclusione, ha sempre e solo
agito in adempimento dei propri doveri, nel rispetto esclusivo e assoluto delle
leggi vigenti e del principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla
legge.
E continuerà a farlo”.

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