AGRIGENTO – L’ufficio di Livatino diventa un museo [VD TG]
Nicolò Giangreco
E’ diventata una “stanza della Memoria” l’ufficio dove il Giudice Rosario Livatino ha condotto la sua guetta contro la mafia agrigentina fino al drammatico mattino del 21 settembre 1990, quando cadde sotto i colpi dei killer della cosca della stidda. Per inaugurare la stanza della Memoria e scoprire la lapide è arrivata ad Agrigento la sottosegretario alla Presidenza Maria Elena Boschi con la quale è stato impossibile potersi intrattenere anche per una semplice e veloce dichiarazione. Per i giornalisti di tv e siti web , fotografi e cameraman è stata un’impresa riuscire a lavorare e quanto meno potere documentare le fasi di un evento che un giorno sarà storia. Restrizioni che fanno solo del male al mondo dell’informazione, e forse, nemmeno applicati ai peggiori delinquenti.
Maria Elena Boschi ha anche partecipato ad un momento commemorativo tenutosi nella sala dell’ex Collegio dei Filippini.
All’incontro hanno partecipato le massime autorità locali e diversi studenti. Sono intervenuti il Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il Presidente del Tribunale Pietro Falcone, il Procuratore Luigi Patronaggio, il consigliere del Csm Pier Giorgio Rosini. Il Giudice Salvatore Cardinale , il postulatore della causa di canonizzazione don Giuseppe Livatino .
Una lapide, inoltre, è stata posta all’ingresso dell’ex palazzo del Tribunale in piazza Gallo dove si trova la stanza dove LIvatino ha lavorato dal 1980 al 1990 , diventata adesso presidio contro l’illegalità e aperta alle visite degli studenti e dei cittadini. La lapide ricorda che Livatino è stato un uomo, un magistrato, un cristiano, che ha testimoniato fedelmente i valori della giustizia, della fede e della carità.
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