PALERMO – Morta dopo un aborto, 7 medici indagati

La Procura palermitana ha iscritto sette medici dell’ospedale Cervello nel registro degli indagati, per la morte di Grazia Maria Li Vigni, la donna morta a un mese da un intervento di interruzione della gravidanza.

Secondo i primi rilievi dell’autopsia, poi sospesa perché erano emersi degli elementi che farebbero ipotizzare reponsabilità mediche, un problema cardio-vascolare avrebbe portato alla morte della donna. La sospensione dell’autopsia, che proseguirà nel pomeriggio, si era resa necessaria proprio per consentire l’iscrizione nel registro degli indagati dei medici che così , trattandosi di un esame irripetibile, avranno la possibilità di difendersi dall’accusa di omicidio colposo.

Grazia Maria Li Vigni era stata ricoverata nel reparto di ginecologia e ostetricia e, dopo l’aborto avvenuto il 5 dicembre, avrebbe iniziato ad accusare problemi cardiovascolari che, almeno dai primi rilievi, non sarebbero però connessi con l’intervento. Per questi disturbi si è recata due volte nel pronto soccorso e il 6 gennaio è morta. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Maurizio Scalia e dal sostituto, Gianluca De Leo.
Tra i sette medici iscritti nel registro degli indagati, quattro di loro prestano servizio nel pronto soccorso dell’ospedale Cervello, uno nel reparto di cardiologia, gli altri due in pneumologia.

 

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