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AGRIGENTO – Omicidio-suicidio di Fontanelle: la figlia 17 enne rimasta ferita

Al momento della tragedia, in casa, c’era la figlia diciassettenne della coppia. Una ragazzina, rimasta leggermente ferita, forse in seguito a una colluttazione per fermare il padre, e portata all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Al momento della tragedia, in casa, c’era la figlia diciassettenne della coppia. Una ragazzina, rimasta leggermente ferita, forse in seguito a una colluttazione per fermare il padre, e portata all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Delle indagini si occupano i carabinieri. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica,  Brunella Sardoni. L’arma del delitto, il fucile calibro 12 – stando alle prime ricostruzioni dei carabinieri, detenuto illegalmente – è stata sequestrata.

A sparare ieri sera a Fontanelle è stato Giorgio Luparello, 57 anni, titolare di un’impresa di pulizie. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento hanno ormai pochi dubbi. Sarebbe stato l’uomo ad aprire il fuoco contro la moglie, Patrizia Moscato, per poi suicidarsi.

I cadaveri dei due coniugi sono stati ritrovati ieri sera nella loro casa di via Alessio Di Giovanni dopo l’allarme lanciato dalla figlia diciottenne che viveva con mamma e papà: sarebbe infatti avvenuto tutto sotto i suoi occhi. La ragazza avrebbe anche avuto una colluttazione con il padre nel tentativo di difendere la madre.

La donna è stata ritrovata nella sala da pranzo con un colpo che l’ha raggiunta al viso e alla spalla. Lui, invece, è stato trovato nella camera da letto con una fucilata al petto.

Rimane soltanto da chiarire la provenienza di quel fucile calibro 12 utilizzato dall’uomo per compiere la strage: nessuno in famiglia aveva mai denunciato il possesso di quell’arma. Le indagini dei carabinieri mirano, infatti, a scoprire come abbia fatto l’uomo ad avere tra le mani quel fucile.

Il matrimonio tra Giorgio Luparello e Patrizia Moscato era già stato segnato da litigi e incomprensioni, tanto da portarli a denunciarsi a vicenda.

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