AGRIGENTO – Processo D’Orsi, tensione tra accusa e difesa sulle palme

Nuova udienza, ieri mattina in Tribunale, del processo a carico dell’ex presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, accusato di abuso d’ufficio, peculato, concussione ed altro. Nel corso dei lavori durante l’intera mattinata si è approfondito il tema delle palme messe a dimora nella villa a Montaperto di D’Orsi e che per l’accusa sarebbero state acquistate dalla Provincia. A tal riguardo hanno deposto tre testi: l’agronomo Giovanni Alletto, l’ex vivaista Luigi Rotulo e l’imprenditore Gaspare Chianetta. Un duro scontro si è registrato tra pubblica accusa e difesa sulla richiesta di produzione da parte dei legali di D’Orsi di un verbale sottoscritto dal teste Chianetta e realizzato nel contesto di indagini difensive che per la Procura non poteva essere prodotto in quanto Chianetta già figurava nella lista testi in data antecedente alla redazione del nuovo verbale. Uno scontro acceso che ha avuto toni molto elevati. Il Tribunale, al termine di una lunga camera di consiglio, ha accolto l’eccezione sollevata dalla procura ritenendo inutilizzabili le dichiarazioni rese da Chianetta in sede di indagini difensive. Il teste Rotulo ha ammesso di aver venduto alla Provincia e non a D’Orsi le palme oggetto del processo e di non avere ricevuto, ad oggi, un solo euro. L’agronomo ha inoltre dichiarato di non conoscere D’Orsi e che non ha regalato nulla a quest’ultimo. Chianetta dal canto suo, ha rievocato come abbia ricevuto l’incarico di eseguire dei lavori nella villa di D’Orsi aggiungendo che ha praticato un prezzo di favore per non pregiudicare i rapporti con D’Orsi. Alletto, agronomo della Provincia, ha spiegato che è stato fotografato in una circostanza con stivali gialli nei pressi della zona della villa non perché svolgesse attività  per conto di D’Orsi bensì per evitare che alcuni operai distruggessero un ulivo di almeno trenta anni. Prossima udienza l’8 luglio.

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