AGRIGENTO – Processo Family: Conti accusa i fratelli Di Gati

Altra udienza ieri in Tribunale, presidente Giuseppe Lupo, del processo Family, dove sono imputati l’ex sindaco di Castrofilippo Salvatore Ippolito e il presunto capomafia del paese Salvatore Bartolotta, Tra i testi interrogati il promotore finanziario di Racalmuto Francesco Conti. “Sono stato costretto a fare da prestanome ai fratelli Di Gati, fu Beniamino a impormelo per l’acquisizione di alcune quote del centro commerciale Agorà. Dovevo riferire ogni passaggio dell’operazione a Giovanni Aquilina, poi condannato all’ergastolo per associazione mafiosa e omicidio che mi fu presentato da Beniamino Di Gati. Aquilina mi disse che se c’erano problemi erano in grado di fare sedere attorno a un tavolo il sindaco di Castrofilippo con gli esponenti mafiosi di Canicattì”. Conti (che per questi fatti in passato ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione) ha poi spiegato di essere stato obbligato a cedere quando Di Gati, nel 2004, preoccupato dall’operazione Alta Mafia, decise di abbandonare l’investimento. Ieri ha deposto anche l’ex capo della Squadra mobile Salvatore Montemagno che ha riferito sulle indagini fatte in merito ad un appalto che, secondo il pentito Maurizio Di Gati, sarebbe stato truccato per favorire un imprenditore “vicino al boss di Canicattì Lillo Di Caro”. Il pm della Dda Maria Teresa Maligno ha chiesto di produrre al fascicolo la relazione prefettizia e il decreto di scioglimento del Comune di Castrofilippo successivo all’arresto di Ippolito che si trova in carcere dal 22 settembre del 2010 con l’accusa di associazione mafiosa e sarà sentito nella prossima udienza.

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