AGRIGENTO – Punto Covid all’ospedale San Giovanni di Dio, le reazioni

Come è ormai ben noto l’Azienda Sanitaria provinciale di Agrigento ha disegnato il Covid hospital di Agrigento all’interno dell’ospedale San Giovanni di Dio. Come mostra il grafico che abbiamo tratto da Agrigentonotizie.

Ci sarà l’area di pre-triage (di fatto già esistente da settimane) all’esterno dell’ospedale. L’area di primo intervento sistemata nelle 4 stanze appositamente individuate nella zona antistante il pronto soccorso e avrà la funzione di esecuzione ed attesa degli esiti degli accertamenti necessari alla conferma diagnostica (EGA, Rx torace preferibilmente con apparecchio portatile, TC torace smdc se necessario, esami ematochimici, tampone rino-faringeo, … ). La Radiologia del pronto soccorso è stata indicata come area diagnostica ad uso esclusivo Covid. E ci sarà anche l’area di degenza dei pazienti Covid accertati o sospetti. Area che è stato disposto venga sistemata nei locali già precedentemente occupati dalle unità operative di Otorinolaringoiatria, Oculistica e Urologia “con un progressivo utilizzo di posti letto (qualora necessari) – scrive l’Asp di Agrigento – fino ad un totale di circa 35 posti letto singoli, eventualmente da incrementare fino a 70 posti letto, utilizzando la metodica di ricovero in coorte. Area di degenza che, sulla carta, è stata suddivisa in tre zone.



“Dopo le forti perplessità mostrate da medici e infermieri sulla possibilità dell’apertura di un punto Covid al terzo piano dell’ospedale ‘San Giovanni di Dio di Agrigento’, riteniamo assolutamente miope ed irresponsabile ripercorrere comportamenti che hanno condotto altri a strade senza vie di uscita”.

La Cisl esprime forti perplessità in merito

Il segretario generale della Cisl Fp delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, Floriana Russo Introito e il responsabile del Dipartimento sanità pubblica e privata Giovanni Farruggia, intervengono duramente contestando l’ipotesi di dedicare un piano del nosocomio agrigentino a struttura destinata a trattare i casi Covid in provincia.

“Prima che la situazione divenga irrimediabile si pensi ad un’alternativa – continua – Stiamo, infatti, imparando che gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid-19, dato che il personale sanitario diventa suo malgrado un vettore, stante l’alta percentuale di malati asintomatici. Riteniamo invece che la proposta di collocare un Punto Covid presso il presidio Ospedaliero ‘Fratelli Parlapiano’ di Ribera, il cui depotenziamento di questi ultimi anni ha liberato interi reparti di degenza, oggi, potrebbe essere una soluzione adatta a tale scopo, così da eliminare problemi nella gestione logistica, nell’incremento di posti letto dedicati e nella circoscrizione dell’eventuale contagio, come indicato tra l’altro dal Ministero della Salute”.

Il Sindaco di Agrigento Lillo Firetto

COVID. QUALE DECISIONE ADOTTARE PER IL “SAN GIOVANNI DI DIO” ? Intervento del Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto.

“Occorre chiarire in maniera definitiva, senza lasciare spazio a incertezze organizzative, se debba essere l’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento il centro di riferimento per i malati Covid o se invece sia preferibile adottare una decisione differente individuando una idonea struttura al di fuori del complesso Ospedaliero. E’ necessario avere l’assoluta certezza che un eventuale reparto Covid all’interno del presidio ospedaliero San Giovanni di Dio possegga i dovuti standard qualitativi e quantitativi in termini di presidi sanitari a disposizione, e soprattutto che venga garantita la totale sicurezza del personale sanitario. Bisogna chiarire definitivamente se i locali adibiti ad accogliere tali malati presentino i dovuti standard in termini di sicurezza al fine di non rischiare il diffondersi dell’infezione in altri reparti anche attraverso la creazione (qualora assente) di sistemi di areazione a pressione negativa. Chiediamo quindi che non vengano scartate a priori soluzioni alternative alla luce del fatto che la struttura ospedaliera di Agrigento è un centro di riferimento, non solo provinciale, per svariate discipline. Qualora la situazione emergenziale dovesse rendere necessario utilizzare altri reparti, o peggio in caso di diffusione dell’infezione all’interno del nosocomio, si metterebbe a rischio la dovuta risposta sanitaria ai pazienti affetti da altri quadri patologici che devono ovviamente continuare ad avere la corretta attenzione in termini di sicurezza, diagnosi e cura. Questo quadro necessita di essere chiarito e condiviso all’esterno per conoscere le reali condizioni di assistenza. A quanto sopra detto si aggiunge la necessità di sapere se e quando verrà avviato il tampone sul personale ospedaliero nonché i tempi dei soggetti da sottoporre a tampone perché in conclusione del periodo di quarantena, così come previsto dall’ordinanza del Presidente della Regione Siciliana n. 7 del 2020. Si ritiene infine che la perdurante assenza della nomina del Direttore Generale, soprattutto in un momento di tale difficoltà, non sia ulteriormente tollerabile.  Per tali ragioni ho indetto quest’oggi alle ore 14 una riunione in videoconferenza con il presonale dell’asp, l’Assessore Regionale alla Sanità alla presenza dei sindaci dei Comuni su cui insistono presidi ospedalieri dell’asp di Agrigento. In maniera tale da avere definitiva chiarezza e punti fermi sulla importante questione”.  

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