ARAGONA – Terrore alle Maccalube, esplode vulcanello e travolge famiglia: morta una coppia di fratellini[V1][V2][FOTO]

Dramma nella riserva delle Maccalube di Aragona, in provincia di Agrigento. Poco dopo le 13 un vulcanello è esploso rovesciando una enorme quantità di fango e terra su un uomo e i suoi due figli che erano in visita nella riserva naturale, e creando una immensa pozza di fango sulfureo che ha risucchiato la famiglia. Il padre, Rosario Mulone, 46 anni, carabiniere in servizio a Joppolo Giancaxio, è riuscito a tirarsi fuori dal fango e ha tentato di trarre in salvo i due piccoli, ma senza riuscirci. Per alcune ore ha partecipato ai soccorsi insieme ai colleghi carabinieri. La bambina, sette anni, è stata estratta poco dopo dai vigili del fuoco: i soccorritori hanno tentato di rianimarla per dieci minuti, ma la piccola non ce l’ha fatta. Del secondo bambino, dieci anni, non c’è stata traccia fino a poco dopo le 18.30, quando il suo corpo è stato trovato sepolto da metri di fango: i soccorritori lo hanno cercato sondando e scavando l’enorme massa riversata dall’esplosione. Due turisti americani che erano vicino al vulcanello esploso sono riusciti a mettersi in salvo.

Ai piedi della collina della tragedia è giunta anche la madre, Giovanna Lucchese, 45 anni, la donna piange e si dispera invocando il nome dei suoi due figli.

LE RICERCHE. L’esplosione sarebbe avvenuta in una zona in cui è consentito il passaggio delle persone senza alcuna precauzione. Per le ricerche sono utilizzati anche cani soccorritori. Le forze dell’ordine stanno cercando di capire se vi siano altre persone disperse anche controllando le targhe delle auto che sono posteggiate nel parcheggio di accesso alla riserva. Alle ricerche partecipa anche il sindaco di Aragona Salvatore Parello.

CROCETTA: “VERIFICHE SU GESTIONE DELLA RISERVA”. Il governatore Crocetta ha ordinato alla Protezione civile e al dipartimento Ambiente della Refione di sospendere immediatamente gli accessi nella riserva. La Regione ha inoltre stabilito di istituire una commissione d’inha dichiarato Crocetta. Gli incarichi saranno affidati lunedì prossimo.

LA RISERVA. Nella riserva, a 4 km dal centro abitato di Aragona e a 15 da Agrigento, vi sono pozze di fango argilloso che sobbollono e a volte avvengono eruzioni di grossa entità a causa del metano presente nel sottosuolo con espulsione di fango caldo, gas e acqua. La riserva è gestita da Legambiente. Sul caso la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Sul posto, per coordinare le indagini, è presente il sostituto procuratore Carlo Cinque.

IL RESPONSABILE: “NESSUN PREALLARME”. “Non avevamo registrato un preallarme di alcun tipo, mezz’ora prima i nostri operatori erano sulla collina dei vulcanelli e tutto era normale. All’improvviso poi è accaduta la tragedia”, ha dichiarato Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente e direttore della riserva Maccalube. “La massa di fango e argilla è stata provocata dal ribaltamento dell’intera collina dei vulcanelli”, ha spiegato Fontana.

“LA COLLINA E’ COLLASSATA SU SE STESSA”. “I vulcanelli si trovavano in cima alla collina – aggiunge il direttore della riserva -, l’esplosione ha provocato quello che viene definito “il ribaltamento”: la collina in sostanza è collassata su se stessa, creando un’area fangosa con un diametro di alcune centinaia di metri. Al momento dell’esplosione il genitore con i due figli si trovava proprio sulla collina, mentre altri turisti erano più lontani”.

“FENOMENI NON MONITORATI”. “Pur essendo una collina millenaria, il fenomeno dei vulcanelli, con l’eruzione di gas e argilla, non è mai stato monitorato: non esistono centraline di osservazione nell’area”, ha spiegato Fontana. “La Regione – accusa Fontana – non ha mai finanziato i nostri progetti per mancanza di fondi”.

“AREA PUBBLICA, NON POSSIAMO IMPEDIRE GLI ACCESSI”. Alcune fratture e altri segnali visibili sul terreno indussero il gestore della riserva a interdire l’area per 15 giorni appena un mese fa: “Ad agosto abbiamo registrato delle lesioni e abbiamo deciso di sospendere gli ingressi mettendo dei cartelli, anche se – spiega Fontana – non possiamo impedire l’accesso perché parliamo di una riserva pubblica: noi facciamo da guida a chi lo richiede, ma non possiamo impedire gli accessi, una media di 10 mila visitatori all’anno”.di Maccalubedi Maccalubedi Maccalubedi Maccalube


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