Arrestato anarchico agrigentino che posizionò bomba a Genova

Si chiama Giuseppe Bruna, è di Agrigento, l’anarchico 49enne arrestato stamane dai carabinieri del Ros su richiesta del Gruppo antiterrorismo della Procura torinese, ritenuto responsabile di aver posizionato un ordigno esplosivo nei pressi dell’Ufficio postale di via Gaetano Colombo 12 a Genova.

L’accusa è fabbricazione e porto di ordigno esplosivo. L’ordigno era stato collocato nella notte dell’8 giugno 2016 da due individui vestiti di scuro, ed era composto da una tanica di plastica da 5 litri riempita di liquido infiammabile, timer artigianale, e una sveglia analogica con una sola lancetta. L’ordigno non esplose solo a causa di un malfunzionamento.

Il tentato attentato è inquadrabile nell’ambito della campagna contro i Cie (Centri di identificazione ed espulsione) condotta dai gruppi anarchici violenti in tutta Italia che tra il 2015 al 2016 portò a 16 attentati incendiari-esplosivi ai danni di ditte che collaboravano con i Cie.

Vennero compiuti anche numerosi attentati ai danni delle Poste italiane, accusate di collaborare alla macchina delle espulsioni con la sua compagnia aerea “Mistral Air”, utilizzata per il rimpatrio degli immigrati clandestini.

Giuseppe Bruna, secondo gli inquqirenti, “voleva fare esplodere un bancomat per colpire le Poste, accusate di collaborare “alla macchina delle espulsioni” con la compagnia aerea “Mistral Air” utilizzata per il rimpatrio degli immigrati clandestini, ma è stato tradito da un guanto abbandonato di fronte all’ufficio postale di Genova l’8 giugno del 2016.

Giuseppe Bruna, originario di Agrigento, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Pavia, dov’è recluso dallo scorso maggio per i plichi esplosivi inviati a due magistrati torinesi impegnati nella lotta agli anarchici e al direttore del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria). Risiedeva a Ferrara, dopo una temporanea permanenza a Genova, dove lavorava come infermiere in una casa di riposo per anziani.

L’azione nell’ambito della campagna annunciata dagli anarchici a fine 2015 ‘I cieli bruciano’ contro i Cpr, Centri di permanenza per il rimpatrio. Bruna è accusato di fabbricazione e porto di ordigno esplosivo.

Indagini sono in corso per cercare di identificare il complice dell’anarchico insurrezionalista di 49 anni, Giuseppe Bruna, arrestato questa mattina dai carabinieri del Ros a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Torino, su richiesta del Gruppo Antiterrorismo della Procura torinese, perché ritenuto responsabile di un tentato attentato incendiario ai danni di un ufficio postale di via Gaetano Colombo a Genova. Bruna, che era già stato tratto in arresto dal Ros nel maggio del 2019 per un triplice attentato esplosivo ai danni di due magistrati torinesi impegnati nella lotta agli anarchici e dell’allora direttore del Dap, dovrà rispondere di fabbricazione e porto di ordigno esplosivo. L’ordigno, di costruzione artigianale, era stato collocato nella notte dell’8 giugno 2016 da due individui vestiti di scuro ed era composto da una tanica di plastica da 5 litri riempita di liquido infiammabile, un timer artigianale e una sveglia analogica con una sola lancetta. La sveglia, alimentata da una batteria da 9 volt, era collegata ad un circuito elettrico di innesco composto da un bulbo di plastica contenente varie capocchie di fiammiferi. L’ordigno non era poi esploso a causa di un fortuito malfunzionamento.

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