ARS – Approvato ddl blocca nomine

Con 45 voti a favore e nessun contrario, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato il ddl “blocca nomine”. Il ddl “blocca nomine” approvato dall’Assemblea regionale Siciliana impedisce al presidente della Regione, alla giunta e agli assessori di effettuare nuove nomine dal momento delle dimissioni del governatore. Senza questa norma il governo, anche dopo le dimissioni del presidente della Regione, continuando ad operare in “ordinaria amministrazione” avrebbe potuto teoricamente fare delle nomine.

Il divieto si riferisce a “nomine, designazioni o conferimenti di incarichi in organi di amministrazione attiva, consultiva o di controllo della Regione, in enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti comunque denominati, di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o vigilanza da parte della Regione, in società controllate o partecipate dalla Regione”.

In caso di incarichi in scadenza, si può comunque procedere ai commissariamenti “per garantire – si legge nel testo – l’attività amministrativa”. Il ddl approvato prevede anche che il prossimo presidente della Regione, entro i primi tre mesi dall’insediamento, possa revocare le nomine effettuate negli ultimi due mesi di attività del governatore.

Il testo è stato approvato dopo una maratona d’aula durata alcuni giorni per via dell’ostruzionismo messo in piedi dalle forze che sostengono il governo: Mpa, Mps e Fli. Il via libera è arrivato grazie ai voti dei due blocchi che, con ragioni differenti, formano l’opposizione al governo Lombardo: Pd e Udc da un lato, Pdl, Pid e Grande Sud dall’altro. Secondo molti esponenti vicini al governatore, il testo non passerà l’esame del Commissario dello Stato. “Ne sono quasi certo – ha detto il presidente della prima commissione Affari istituzionali Riccardo Minardo (Mpa) – il Commissario interverrà perchè il testo è incostituzionale”.

Con 39 voti contrari e 32 a favore, l’Assemblea regionale Siciliana ha bocciato invece una norma che avrebbe introdotto il divieto per sindaci, presidenti di Provincia e del presidente della Regione di effettuare nomine o assegnare incarichi di consulenze nella pubblica amministrazione, in enti e società partecipate a soggetti sottoposti a rinvio a giudizio o che hanno subito condanne per mafia, corruzione o associazione a delinquere.

La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, su richiesta del capogruppo del Pid Rudy Maira e appoggiata dal Pdl, suscitando forti critiche da parte del Pd che chiedeva il voto nominale. “Nascondersi dietro il voto segreto in una materia come questa non fa fare una bella figura al nostro parlamento”, aveva detto poco prima della votazione il capogruppo dei democratici Antonello Cracolici. “Essendoci già state dichiarazioni di voto, non si può più cambiare procedura – ha aggiunto – la presidenza si assume la responsabilità di questa scelta”.

Il presidente dell’Ars Francesco Cascio, dopo essersi consultato con gli uffici, è andato avanti procedendo col voto segreto. La norma, presentata sotto forma di emendamento al ddl “blocca nomine” in discussione all’Assemblea, era stata proposta da Lillo Speziale (Pd), presidente della commissione regionale antimafia, dal capogruppo del Pd Antonello Cracolici e dal segretario regionale del partito Giuseppe Lupo.

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