ARS – La Finanziaria passa per un soffio

Dopo una maratona di 24 ore, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato finanziaria e bilancio. Una delle manovre più sofferte degli ultimi anni, anche perché l’opposizione, quasi per intero, ha lasciato l’aula prima del voto finale, mettendo a rischio l’esito del provvedimento per mancanza di numero legale. Rischio superato per la presenza in aula di tre esponenti della minoranza (Girolamo Fazio del gruppo misto, Vincenzo Vinciullo di Ncd, che si sono astenuti; Giovanni Grasso dell’Mpa che ha votato sì) e del dissidente della maggioranza Fabrizio Ferrandelli (Pd), che si è astenuto ma è rimasto in aula.

PER UN SOFFIO. I sì sono stati 39. Dei 90 deputati dell’Ars (dalla prossima legislatura saranno 70) ne erano presenti 77: 13 sono in congedo. Il numero legale, proprio di 39, aveva fatto tremare la maggioranza: prima che i tre dell’opposizione decidessero di partecipare al voto, infatti, le sorti del governo guidato da Rosario Crocetta erano appese alla decisione di Ferrandelli, che dopo un battibecco con il governatore ha deciso di prendere comunque posto a sala d’Ercole, dicendo stizzito che questo è l’ultimo atto di un esecutivo “ormai ai titoli di coda”.

SPARTIZIONI E MARCHETTE. Dopo una notte in cui l’aula è stata impegnata a votare l’articolato, all’alba sono scoppiate tensioni soprattutto sulla sulla ex tabella H, che elenca finanziamenti a enti, associazioni e così via e che per molti deputati rappresenta la madre di tutte le battaglie.

La manovra è stata definita a caldo dal deputato di Fi Giuseppe Milazzo “una triste spartizione”, e dal capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro “una lunga serie di marchette”.

Ma restano in piedi i provvedimenti voluti dal governo nazionale che ha trovato un sostenitore nell’assessore all’Economia Alessandro Baccei, molto legato al ministro Graziano Delrio. Uno su tutti, l’allineamento delle pensioni dei regionali a quelle degli statali a partire dal 2016.

“LEI NON HA UNA MAGGIORANZA”. “Lei non ha più una maggioranza, presidente Crocetta. Il voto sul bilancio lo dimostra inesorabilmente. Ne prenda atto e si dimetta, è quello che vogliono i siciliani”, ha detto Nello Musumeci, per annunciare che i deputati del centrodestra (alcuni di Ncd sono rimasti in aula) e del M5s sarebbero usciti dall’aula.

“A una opposizione rimasta in aula tutta la notte con senso di responsabilità, per consentire l’esame di un bilancio senza anima e strategia, avete risposto – ha aggiunto – con furbizia e arroganza: mostrate forza ed avete invece i muscoli di cartone. Lasci quella poltrona e liberi la Sicilia dal collasso al quale è stata condannata dal suo governo in questi due anni e mezzo. Ponga fine a questo lungo calvario”.

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