Blitz a Palermo, un capomafia voleva fuggire: 9 arresti

Un capomafia stava per scappare da Palermo. Si tratta di uno degli imputati del processo nato dall’operazione Cupola 2.0. In particolare, a decidere di scappare sarebbe stato uno dei capi del mandamento mafioso Porta Nuova, quello che governa sui quartieri del centro storico. Da questo particolare è nata la decisione di accelerare l’operazione di oggi, ribattezzata Operazione Centro, che ha portato all’esecuzione di nove fermi disposti dalla Direzione distrettuale Antimafia di Palermo. I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno accertato il concreto pericolo di fuga del capomafia, sul cui conto, a breve, sarà emessa sentenza nel processo d’appello, conseguente proprio all’operazione Cupola 2.0.Sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, consumata e tentata con l’aggravante del favoreggiamento alla mafia e traffico di droga. Tra i fermati ci sono Franco e Massimo Mulè, padre e figlio scarcerati dopo una serie di ricorsi.Le indagini hanno messo in luce la struttura di vertice della famiglia mafiosa di Palermo Centro (che controlla i quartieri Capo, Ballarò, Kalsa e Vucciria), inquadrata nel mandamento palermitano di Porta Nuova, documentando la realizzazione di numerose riunioni di mafia, alcune di queste svolte, con modalità riservate, all’interno di una sala da barba gestita da uno degli indagati. I carabinieri hanno hanno accertato numerose estorsioni effettuate a tappeto sul territorio, tre delle quali contestate agli indagati, poste in essere al fine di alimentare le casse dell’associazione mafiosa. Per ridurre i rischi di denunce da parte dei commercianti, l’associazione mafiosa avrebbe realizzato, sistematicamente, l’imposizione di una lotteria abusiva, la cosiddetta riffa, obbligando all’acquisto dei biglietti i commercianti della zona e minacciandoli nel caso in cui questi non avessero aderito alla richiesta.

Ecco chi sono i nove fermati nell’operazione «Centro» dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo
Francesco Mulè, 76 anni, detto «Zu Francu»
Massimo Mulè, 50 anni, detto «U Nicu»
Gaetano Badalamenti, 53 anni, detto «U zio», «Mangeskin», «U romano», «Roma», «Ricotta» «Capitale»
Francesco Lo Nardo, 63 anni, detto «Sicarieddu», «Sicarru»
Giuseppe Mangiaracina, 43 anni, detto «Pitbull»
Alessandro Cutrona, 38 anni, detto «Tettina», «U Pacchiuni»
Calogero Leandro Naso, 28 anni, detto «Leo», «U pugile»
Salvatore Gioeli, 56 anni, detto «Mussolini», «Benzina», «Pompa»
Antonio Lo Coco, 68 anni, detto »Peppuccio»

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