Blocco dei tir, è l’ultimo giorno. Forconi: “Allentiamo i presìdi”

Alla mezzanotte di oggi termina il fermo degli autotrasportatori in Sicilia. L’Aitras, l’Assotrasport, l’Assiotrat e i consorzi di Trapani, Palermo e Catania – si legge in un comunicato – riporteranno i mezzi nei propri piazzali, lasciando i presìdi e i punti di sensibilizzazione, in quanto i cinque giorni consentiti consentiti dalla legge che regolamenta gli scioperi degli autotrasportatori scadono.

Per il quinto giorno consecutivo continua la protesta del movimento Forza d’urto, composto da autotrasportatori, agricoltori, pescatori, che con presìdi in punti nevralgici di varie province blocca il passaggio di tir e camion. Benzinai chiusi nelle grandi città perchè non sono stati riforniti di carburante, supermercati con poche derrate, acqua minerale ormai rarissima, sono alcune delle conseguenze visibili dello sciopero dei padroncini che chiedono soprattutto uno sconto sul prezzo del carburante che serve loro per lavorare.

FORCONI: “ALLARGHIAMO MAGLIE PRESÌDI” – Il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro, precisa la posizione degli agricoltori: “Dobbiamo allargare le maglie dei presìdi immediatamente e permettere i rifornimenti a tutti. Come ci ha detto di fare lo stesso presidente Lombardo, noi i presìdi non li togliamo. Non li avremmo tolti in ogni caso, ma io sono perfettamente d’accordo con Lombardo quando dice che bisogna rifornire di gasolio gli ospedali”. “La protesta comunque – ha continuato Ferro – credo che durerà, non so per quanto tempo, se non arrivano risposte. Non voglio far tornare indietro un popolo se non ha almeno una qualche risposta, parlo di risposte reali e concrete. Anche perchè un’occasione come questa non ci sarà mai più, qualcosa dobbiamo portare a casa”.

Intanto è cominciato il secondo giorno di sciopero della fame di uno dei leader del Movimento dei Forconi, Martino Morsello, dopo le dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha denunciato infiltrazioni mafiose tra i manifestanti. “Col mio gesto – dice Morsello – voglio che venga accertata la verità di tali gravissime affermazioni e conoscere i nomi dei personaggi mafiosi che potrebbero essere vicini al nostro movimento. Sono sicuro che da parte di tre protagonisti, Mariano Ferro, Giuseppe Scarlata e me, che hanno costituito il movimento, non ci può essere nessuna ombra di dubbio di collegamenti con esponenti mafiosi. Mi rendo disponibile a collaborare con Lo Bello e i rappresentanti di categoria e le istituzioni per arrivare ad accertare eventuali infiltrazioni nel movimento”.

LOMBARDO MERCOLEDI’ DA MONTI – “Dobbiamo difendere gli interessi della nostra regione. Non c’è dubbio che la crisi economica colpisce le regioni più deboli e le economie più fragili. Quella siciliana è sicuramente tra queste e ora vengono al pettine nodi che sono stati legati nei decenni”. Così il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, sullo sciopero dei tir. “Ieri – aggiunge – ho incontrato i manifestanti e alcuni di loro si sono detti delusi. Ma io ho detto loro la verità e non li ho presi in giro. Non ho il potere di abbassare il prezzo della benzina o le tariffe autostradali o quelle delle assicurazioni. Sulla Serit e sulla politica della Crias stiamo intervenendo così come anche con una legge che dovrà inquadrare il settore del commercio e della grande distribuzione che taglia fuori i nostri produttori. Non c’è dubbio che prezzo della benzina, traghettamenti, tariffe varie, lontananza dai mercati si ripercuotano pesantemente sui nostri produttori e sono tutti temi che ho chiesto al Presidente del consiglio Monti di trattare. Lo incontrerò la settimana entrante, credo mercoledì, e queste rivendicazioni saranno portate con forza e con determinazione come sono solito fare”.

Lombardo conclude: “Le ragioni delle manifestazioni le condivido tutte, le faccio mie, le difendo e le sostengo. E credo sia stato saggio dichiarare che stasera il blocco avrà termine perchè se continua la protesta si ripercuoterebbe in maniera micidiale sui siciliani. Se si vuole protestare bisogna farlo a Roma per far sentire lì il disagio e la protesta. Credo abbiano fatto bene a capire che da stasera è il caso di interrompere questo meccanismo. Io sottoscrivo la fondatezza e la bontà delle ragioni che hanno ispirato questa protesta rispetto alle infiltrazioni di cui si è discusso in questi giorni la magistratura e le forze dell’ordine stanno verificando e ci atterremo alle risultanze di queste indagini”.

26 BLOCCHI IN 7 PROVINCE, POCHE AUTO IN GIRO. Sono ventisei i blocchi stradali ancora attivi in sette province siciliane. Ogni presidio ha un proprio responsabile che coordina il blocco e decide chi deve superarlo. A Villa San Giovanni, sono saliti a 160 i camion fermi agli imbarcaderi che sono impossibilitati a traghettare per lo sciopero in atto in Sicilia. Un presidio è in atto anche a Crotone, in località Passovecchio sulla statale 106 all’ingresso della città, dove sono presenti alcune decine di persone su un lato della carreggiata. A Palermo ma anche a Catania, Agrigento e Messina sono poche le auto in circolazione: anche di mattina, ora di punta per i lavoratori che si recano in ufficio e le madri che accompagnano i bimbi a scuola, le grandi strade sono semivuote con poche auto che circolano. La paura tra la gente è che con l’annunciato sciopero dei benzinai, il proseguimento della protesta dei forconi e dei tassisti, l’approvvigionamento di benzina sia impossibile e la mobilità sia resa difficile.

STUDENTI IN CORTEO BRUCIANO BANDIERA ITALIANA – Oggi è andata in scena anche l’annunciata mobilitazione degli studenti, promossa dal Coordinamento spontaneo ed apartitico “Studenti siciliani in lotta” che appoggiano la protesta dei lavoratori di vari comparti produttivi. Gran parte delle scuole siciliane sono state disertate dagli studenti che si stanno riversando nelle piazze e nei blocchi stradali del comitato Forza d’urto. Il porto di Palermo è stato chiuso per circa un’ora per il passaggio di un corteo “selvaggio” (in quanto non autorizzato) del coordinamento studenti medi Palermo e dei centri sociali: un gruppo di ragazzi ha bruciato una bandiera tricolore perchè, dicono, “è simbolo dello Stato italiano, che con le sue manovre finanziarie fatte di lacrime e sangue con aumenti esponenziali delle tasse e del caro vita, sta riducendo in miseria la popolazione, facendo arricchire sempre i soliti noti, casta politica in primis, già ricca di privilegi. Con questo gesto simbolico ma forte abbiamo voluto ribadire il fatto che non siamo disposti a pagare i costi di questa crisi”.

A Catania, concentramento in largo Rosolino Pilo. A Vittoria, in provincia di Ragusa, nel mercato ortofrutticolo presidiato dal Movimento dei Forconi. A Caltanissetta l’appuntamento è nello scorrimento veloce Cl-Ag nei pressi dell’Hotel Ventura. In provincia di Agrigento, previsto un corteo a Canicattì conclusosi nei pressi della rotonda di S. Diego. Oltre alla mobilitazione di questa mattina, gli studenti del coordinamento dicono di essere pronti ad una protesta ad oltranza, insieme al movimento Forza d’urto. Non escludono le occupazioni delle scuole da lunedì.

GELA: NEGOZI CHIUSI – Un nuovo corteo di protesta ha percorso le principali vie di Gela per raggiungere piazza Municipio e concludersi davanti ai cancelli del petrolchimico. Ai manifestanti si sono aggiunti gli studenti e una parte di commercianti che, in aperta polemica con i propri sindacati, si sono riuniti in comitato spontaneo. Questa spaccatura nella categoria potrebbe mettere a rischio, stamani, quegli esercenti che non intendono aderire all’invito dei dimostranti di sospendere le attività commerciali per la durata della manifestazione. Ci ha pensato il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, a superare la difficoltà: pressato anche dalle organizzazioni sindacali dei commercianti e degli artigiani, “ha ritenuto di dover accogliere tale richiesta – si legge in un comunicato – sia per senso di solidarietà sia per scongiurare seri problemi per l’ordine e la sicurezza pubblica” e ha emesso un’ordinanza con cui ha disposto la chiusura dei negozi dalle 9 alle 12,30. C’è il timore che possano ripetersi attacchi alle vetrine di quegli esercizi eventualmente aperti. Intanto, al petrolchimico dell’Eni, questa mattina, il cambio turno del personale è stato quasi regolare (70%). Permane però una situazione di allarme sul fronte della sicurezza “perchè – dicono i dirigenti aziendali – da una settimana, senza i lavoratori giornalieri, non viene garantita la manutenzione ad apparecchiature e macchine di quegli impianti che ne hanno necessità”. La città è sempre invasa dai rifiuti non raccolti.

FONTE: LASICILIA.IT

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *