Bonus Sicilia, la Regione scioglie il nodo del Durc

La Regione raccoglie l’appello dei consulenti del lavoro siciliani e scioglie un nodo cruciale sul Bonus Sicilia: per partecipare al bando ‘anti-Covid’ che mette a disposizione fino a 35 mila euro a fondo perduto per ogni microimpresa, non si dovrà disporre necessariamente del Durc ma sarà sufficiente certificare di averne fatto richiesta. A stabilirlo è un decreto del dirigente generale dell’assessorato alle Attività produttive, Carmelo Frittitta, per allargare la platea di imprese nella condizione di partecipare al click day previsto il prossimo 5 ottobre. LEGGI TUTTI I DETTAGLI SUL BONUS SICILIA

Nello specifico il provvedimento chiarisce che il requisito sarà soddisfatto se “entro la data di scadenza della sottoscrizione delle istanze, fissata per il 4 di ottobre 2020 alle ore 23:59, l’impresa ha provveduto a inoltrare a Inps/Inail la richiesta di rilascio del Durc”. Prima della precisazione invece era necessario possedere l’attestato di regolarità contributiva. Un aspetto che aveva messo in allerta diverse aziende che, attenendosi a proroghe decise dal governo nazionale, non dispongono ancora dell’attestato di regolarità contributiva e quindi sarebbero state tagliate fuori dai finanziamenti regionali.

Ecco perché Rosalia Lo Brutto, presidente della Consulta regionale degli ordini dei consulenti del lavoro della Sicilia, aveva lanciato un appello all’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano. “Le norme nazionali emanate in ‘lockdown’, quando gli uffici erano chiusi, hanno prorogato fino al prossimo 18 ottobre la validità dei Durc rilasciati prima dello scorso 20 gennaio – aveva segnalato Lo Brutto – ma le imprese che ne erano in possesso a quella data erano poche”. Questo ha innescato una valanga di richieste di Durc all’Inps, fin dalla pubblicazione dell’avviso per il Bonus Sicilia avvenuta il 16 settembre. Migliaia di richieste in contemporanea che si sarebbero rivelate sempre più ingestibili per gli uffici dell’Istituto nazionale di previdenza sociale.

Il decreto firmato da Frittitta specifica anche che per dimostrare l’appartenenza alla categoria ‘microimpresa’, le aziende possono inserire l’importo del totale di bilancio “all’interno del modulo di domanda di cui all’allegato 2, in corrispondenza del campo fatturato annuo, e solo qualora il fatturato annuo superi i 2 milioni di euro”. E ancora, per certificare l’appartenenza alla categoria ‘microimpresa’ i revisori possono inserire l’importo del totale di bilancio “all’interno del rapporto di certificazione di cui all’allegato 3a, in corrispondenza del campo fatturato annuo, e solo qualora il fatturato annuo superi i 2 milioni di euro”. Il decreto completo sarà presto disponibile a questo link.

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *