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BURGIO – Trova una salma estranea nella cappella di famiglia. Il Tar condanna il Comune

La signora P.C. originaria di Burgio (AG), avendo ereditato da un proprio parente una cappella gentilizia sita nel cimitero del Comune di Bugio, nel 2019 a seguito di un accesso sui luoghi, veniva a conoscenza del fatto che il Comune, senza chiedere  consenso, aveva permesso la tumulazione di una salma di un defunto non appartenente alla famiglia della P.C. all’interno della cappella familiare di quest’ultima.

Conseguentemente,  P. C. presentava richiesta di accesso agli atti, con la quale richiedeva al Comune di Burgio di prendere visione ed estrarre copia degli atti con i quali era stata disposta la tumulazione della salma all’interno della cappella gentilizia di sua proprietà. Ma la detta istanza rimaneva priva di riscontro.  Sicché,  con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, decideva di proporre ricorso innanzi al Tar di Palermo, chiedendo la condanna del Comune di Burgio all’esibizione della documentazione richiesta.

Durante lo svolgimento del giudizio, la difesa della P.C. evidenziava non solo come la stessa fosse titolare di un interesse qualificato ad ottenere la documentazione in commento, ma anche la palese illegittimità del silenzio formatosi in merito all’istanza di accesso proposta dalla ricorrente.

Ebbene, con sentenza del 14 novembre scorso, scrivono gli avvocati, il Tar  ha accolto il ricorso e ordinato al Comune di Burgio di esibire la documentazione richiesta, condannandolo anche al pagamento delle spese di lite in favore della parte ricorrente oltre alla refusione del contributo unificato.

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