Cade interdittiva antimafia contro azienda di Totò Cuffaro

 Il Tar di Catania ha annullato l’interdittiva antimafia emessa dal prefetto etneo contro l’azienda agricola di Giacoma Chiarelli, moglie di Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione, oltre che di politica, da alcuni anni si occupa di coltivazioni pregiate nella sua tenuta di San Michele di Ganzaria, zona fertile e ricca del Catanese. Alla luce dell’interdittiva antimafia l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) ha adottato un provvedimento di decadenza di tutti i contributi (connessi alle coltivazioni biologiche) erogati all’azienda e intimato la restituzione delle somme già percepite.

L’azienda agricola ha proposto un ricorso innanzi al Tar Catania per chiedere l’annullamento dell’interdittiva e della nota dell’autorità nazionale anticorruzione. I legali hanno sostenuto che il provvedimento del prefetto fosse illegittimo in quanto fondato sulla vicenda giudiziaria sulle talpe alla Dda e la condanna di Totò Cuffaro. Per i legali la pena inflitta dalla Cassazione era stata scontata e per di più con una condotta esemplare da parte del Cuffaro, che durante il periodo di detenzione ha, anche, conseguito la laurea in giurisprudenza, scrivendo diversi libri e spendendosi in più occasioni in iniziative sociali.

Tra l’altro, affermano gli avvocati, l’ex presidente della Regione siciliana è attivista dell’associazione “Nessuno tocchi caino”, fondatore, promotore e presidente dell’organizzazione onlus “Aiutiamo il Burundi”, che raccoglie fondi per il funzionamento dell’ospedale di Rusengo a Ruyigi. Il Tar Catania, condividendo le tesi degli avvocati, ha accolto il ricorso e annullato i provvedimenti impugnati. Per effetto della sentenza all’azienda agricola dell’ex presidente della Regione Cuffaro dovranno essere erogati tutti i contributi e le sovvenzioni spettanti.

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