CAMPOBELLO DI LICATA – Confiscata azienda di Falsone
Nicolò Giangreco
I giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, hanno disposto la confisca di un maxi allevamento, con oltre duecento capi di bestiame fra pecore e capre, ritenuto di proprietà dell’ex capo di Cosa Nostra della provincia di Agrigento, Giuseppe Falsone. Secondo la magistratura le risorse della mafia sarebbero state investite anche nell’azienda zootecnica. I sigilli erano stato apposti lo scorso giugno su ordine dello stesso tribunale che ne aveva disposto il sequestro. In ogni caso il provvedimento sarà definitivo solo se la difesa del boss campobellese, non ricorrerà alla Corte di Appello. L’indagine che ha portato al sequestro scaturisce dai legami familiari di Giuseppe Falsone. I magistrati intercettarono una lettera con cui la sorella del capomafia, Carmela Maria Rita Falsone, scriveva al fratello detenuto al 41 bis dopo la cattura a Marsiglia. La donna informava il boss degli sviluppi della loro attività imprenditoriale, mettendolo al corrente che “erano nate tante pecore”. Secondo il Pm della Dda di Palermo, Rita Fulantelli, quel messaggio avrebbe nascosto una sorta di “resoconto”dell’attività.
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