CAMPOBELLO DI LICATA – Tentò di uccidere pastore, a Calogero Falsone contestata l’aggravante mafiosa
Nicolò Giangreco
Il processo contro Calogero Falsone, fratello del capomafia agrigentino Giuseppe, accusato di tentato omicidio ed estorsione ai danni di due pastori, dovrà essere istruito dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Lo ha deciso il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, su richiesta del pubblico ministero Matteo Delpini, titolare dell’inchiesta, che ha contestato a Falsone l’art. 7 (aggravante del metodo mafioso). Il Gup Davico, ha disposto pertanto la trasmissione degli atti alla Dda, competente in materia di fatti di mafia. Calogero Falsone, è accusato di aver tentato di cagionare la morte, a colpi di pistola, di Constantin Talmaciu scampato all’attentato fuggendo precipitosamente. Inoltre, facendo leva sulla fama criminale che lo caratterizza nel territorio di Campobello di Licata, avrebbe anche minacciato due pastori rei, secondo l’uomo, di aver fatto pascolare il gregge su terreni che pretendeva di sfruttare in maniera esclusiva. Per intimidire i due pastori, avrebbe anche fatto recapitare un proiettile calibro 357magnum. Falsone è difeso dagli avvocati Daniela Posante e Giovanni Castronovo.
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