CANICATTI’ – Caso Calogero Ciulo: nove colpi di pistola prima di bruciare il corpo, la Polizia indaga

Soltanto l’esame del Dna, potrà stabilire se il cadavere trovato all’interno del bagagliaio della Fiat Brava, di Calogero Ciulo, 43 anni, scomparso ormai da oltre una settimana, sia il suo oppure no.

L’uomo ritrovato carbonizzato all’interno del bagagliaio della Fiat Brava di proprietà di Calogero Ciulo,  è stato prima ucciso con numerosi colpi di arma da fuoco e poi dato alle fiamme.  E’ quanto si evince dai primi esami effettuati sui resti del corpo ritrovati lunedì scorso. Nove sono i fori provocati da un arma – probabilmente una pistola – la maggior parte dei quali concentrati sul torace. Adesso bisognerà stabilire di che genere di arma si tratti.

Ieri, nella camera mortuaria dell’ospedale Barone Lombardo, il medico legale il dottor Cataldo Ruffino dell’università di Catania nominato dalla Procura di Agrigento, ha effettuato l’autopsia sui pochi resti del corpo trovati dentro l’auto e da li tenterà di estrapolare il Dna della vittima per dare un nome a quel cadavere. Ma anche su questo non vi è alcuna certezza. Il fuoco ha distrutto tutto cancellando ogni traccia. In attesa di sapere se quel corpo sia o meno di Calogero Ciulo, le indagini della squadra mobile di Agrigento diretta dal vice questore Corrado Empoli e dei colleghi del commissariato di Canicattì, guidati dal dirigente Valerio Saitta vanno avanti. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore del Tribunale del capoluogo Andrea Maggioni. Una copia del fascicolo però lunedì pomeriggio è stata inviata per conoscenza ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Rita Fulantelli e Maurizio Scalia. Quest’ultimo con delega ad indagini su fatti legati a Cosa Nostra nella provincia di Agrigento. Ieri, gli inquirenti hanno ascoltato amici e parenti di Ciulo, per conoscere qualche particolare sulla vita privata dello scomparso. Interrogata anche la moglie di Calogero Ciulo, che alcuni giorni dopo l’allontanamento aveva denunciato alla polizia la scomparsa del marito. Sentite anche alcune persone rimaste coinvolte nell’inchiesta antiusura Tie Break del 1998, che portò in carcere complessivamente 43 soggetti e che ha visto coinvolto Calogero Ciulo. Il quarantatreenne, è stato condannato a 5 anni di reclusione in primo grado ed in appello. Una sentenza quella di secondo grado arrivata nel marzo del 2013 a distanza di ben 15 anni dall’operazione condotta all’epoca della polizia. Per questo Ciulo dopo avere scontato sei mesi di carcere era in libertà. Le indagini, vanno avanti a ritmo serrato e gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Al momento rimangono soltanto numerosi interrogativi da chiarire. Ad esempio se si tratta di Calogero Ciulo considerato che non si hanno più notizie di lui da lunedì 27 maggio, quando e come è stato ucciso? Gli inquirenti, infatti, ritengono che l’auto sia stata bruciata tra le 24 e le 36 ore prima del ritrovamento avvenuto la notte di sabato 1 giugno. Ed allora il quarantatreenne dove sarebbe stato in tutti questi giorni? Importante sarebbe per gli investigatori conoscere le modalità su come il cadavere rinvenuto dentro l’auto sia stato ucciso. Ma anche in questo caso sarà difficile stabilirlo. Per la polizia, inoltre, anche se Ciulo avesse avuto dei debiti a causa del suo status di disoccupato sarebbe stato un motivo valido per eliminarlo con quelle modalità brutali? Calogero Ciulo dopo aver gestito per diverso tempo una rosticceria lo scorso anno a causa della profonda crisi l’aveva chiusa e si arrangiava con dei lavori saltuari nell’edilizia. Ogni indizio o elemento raccolto potrebbe comunque segnare una svolta all’inchiesta. Sul tavolo degli inquirenti anche i tabulati telefonici del cellulare dell’uomo per vedere quali siano stati i suoi contatti. Gli inquirenti stanno anche cercando di capire se Ciulo abbia avuto delle amicizie considerate scomode. L’ultima volta che il disoccupato canicattinese è stato visto in giro per la città è stato il 27 maggio poco dopo le 19 quando è stato notato da alcuni conoscenti a bordo della sua Fiat Brava colore verde vecchio modello poi rinvenuta completamente carbonizzata in contrada «Cardaci» tra Delia, comune della provincia di Caltanissetta e Campobello di Licata. Un luogo lontano da occhi indiscreti ed ideale per ammazzare e sbarazzarsi di una persona. La polizia, ieri, ha anche eseguito delle perquisizioni a casa di alcuni pregiudicati che gravitano nel giro della malavita locale. Indagini, che si presentano comunque difficili e complicate.

Carmelo Vella

 

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *