Via libera alla parziale apertura delle chiese ma solo per le preghiere individuali e rispettando le distanze interpersonali. I matrimoni non sono vietati ma non è ammessa la presenza degli invitati. Il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, fa partire la “fase 2” della chiesa agrigentina e rimuove alcune restrizioni. “Dopo essermi consultato con la segreteria della Conferenza episcopale italiana – spiega – e in ottemperanza alle indicazioni datemi per lettera, ritengo opportuno riconfermare, sino alla scadenza della proroga, le disposizioni date per la nostra Arcidiocesi con lettera del 13 marzo 2020, con alcune modifiche”.
Quella principale riguarda la parziale apertura delle chiese che
erano state chiuse pure per le preghiere individuali. “Le chiese –
annuncia Montenegro – possono rimanere aperte tutte le mattine fino alle
12, esclusivamente per la preghiera personale dei fedeli e a condizione
che il parroco o un altro presbitero o un diacono assicuri
ininterrottamente la presenza, per garantire il rispetto delle norme
vigenti. I fedeli che si recano in chiesa per un momento di preghiera
personale – precisa – devono rispettare
le norme date dal decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in
data 15 aprile 2020″. In sostanza si dovrà “raggiungere il luogo di
culto più vicino a casa”, intendendo tale spostamento per quanto
possibile nelle prossimità della propria abitazione”.
Ecco gli altri punti: “Sino alla scadenza della proroga, è consentita ai presbiteri la celebrazione della messa a porte chiuse e senza concorso di popolo, facendo anche uso dei mezzi di comunicazione sociale, secondo gli orientamenti dati per la Settimana Santa. Pertanto possono essere presenti: accanto al celebrante, un diacono, un ministro all’altare, un organista, un lettore ed eventualmente due operatori per la trasmissione. Al di fuori di queste persone chiamate a compiere un preciso servizio, nessun’altra persona può essere ammessa”.
Matrimonio
Le celebrazioni dei matrimoni non sono vietate, ma subiscono una
limitazione nella partecipazione dei fedeli. Sino alla scadenza della
proroga, il rito del matrimonio si può celebrare alla sola presenza del
celebrante, dei nubendi e dei testimoni.
Battesimo
Per il battesimo, come per gli altri sacramenti e sacramentali, sono
confermate le disposizioni date dalla Segreteria Generale della CEI, con
lettera del 17 marzo 2020. Nelle circostanze in cui l’amministrazione
del Battesimo non può essere differita in data successiva alla
cessazione dell’emergenza sanitaria (per esempio, nel caso di bambini
con malattie che li espongono a pericolo di vita), questa avvenga
secondo le modalità in uso nel rito romano. Si tenga conto delle
seguenti indicazioni: a) il ministro mantenga un’opportuna distanza dal
battezzando e dai genitori e padrini; b) per le unzioni con l’olio dei
catecumeni e il sacro crisma, il ministro indossi guanti monouso in
vinile o nitrile; c) si omettano il segno della croce sulla fronte del
bambino nei riti di accoglienza e il rito dell’effatà in quelli
esplicativi; d) in casi di particolare urgenza o emergenza, si consideri
la possibilità del rito abbreviato (cfr. Rito per il battesimo dei
bambini, ed. it. 1979, Cap. III). Sono ammessi alla celebrazione: il
celebrante, i genitori con il bambino da battezzare ed eventuali altri
figli e i padrini. Non sono assolutamente ammessi parenti.
Esequie
Quello delle esequie è il capitolo più doloroso, che si aggiunge al
dolore per la perdita di un familiare o di un amico. Le regole sono
molto stringenti. Sono vietati i funerali in chiesa. Il sacerdote può
recarsi in forma privata al cimitero, dove può celebrare un breve rito
della sepoltura, come previsto dal Rituale per le esequie senza
celebrazione della messa. Durante le esequie al cimitero i presenti
devono rispettare la distanza di almeno un metro imposto dalla
normativa. Sono sospesi i cortei funebri a piedi, sia dalla casa sia
verso il cimitero. Al termine dell’emergenza sarà concordata con la
famiglia una messa esequiale.
Riconciliazione sacramentale
La celebrazione avvenga in luoghi ampi e areati e non nel confessionale.
Nell’ascolto delle confessioni si mantenga la distanza di almeno un
metro tra il ministro e il penitente, chiedendo a eventuali altri fedeli
presenti in chiesa di allontanarsi per garantire la dovuta
riservatezza. Sacerdote e penitente indossino la mascherina protettiva.
Viatico
Per quanto possibile sia portato dal sacerdote e non dal ministro
straordinario. Si assumano le medesime precauzioni di cui sopra, avendo
cura di non toccare la bocca del malato mentre viene fatta assumere la
particola. Il sacerdote – prima di comunicare il malato e dopo – deterga
le mani con acqua saponata e le asciughi con carta monouso.
Unzione degli infermi
Si osservino le precauzioni di cui sopra. Il ministro abbia cura di
usare guanti monouso in vinile o nitrile e, in particolare dopo
l’unzione, eviti di toccare con le dita scoperte la superficie del
guanto.
Celebrazioni comunitarie
È vietato ogni tipo di convocazione e celebrazione comunitaria di carattere sia liturgico sia devozionale. Ancora una volta vi ringrazio per la comprensione per quanto vi sto chiedendo. Siamo tutti fiduciosi che, con l’aiuto del Signore, riusciremo a superare questo momento di prova.