CASO SAGUTO – L’avvocato difensore Bongiorno: “Non ha mai preso un euro”

Accuse «umilianti», senza «uno straccio di prova» e basate su «errori macroscopici». Davanti alla Sezione disciplinare del Csm, che deve decidere se sospenderla dalle funzioni e dallo stipendio come chiesto dal ministro della Giustizia e dal Pg della Cassazione, Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo finita sotto inchiesta a per corruzione, si è difesa negando alla radice ogni addebito.

E puntando l’indice, con il suo avvocato, l’ex parlamentare Giulia Bongiorno, contro l’accusa al cuore dell’indagine di Caltanissetta

Le cifre contestate dai pm nisseni sono di tutto rispetto: il marito di Saguto avrebbe ricevuto incarichi per 750mila euro dall’avvocato Geatano Cappellano Seminara, nominato ripetutamente amministratore giudiziario di vasti patrimoni mafiosi. E dall’avvocato , che grazie a questa attività avrebbe percepito «rilevantissimi compensi» ,lo stesso giudice avrebbe avuto la cifra di 20mila euro, «senza alcuna plausibile giustificazione», come sottolinea il Pg della Cassazione, Pasquale Ciccolo, nell’atto con cui ha avviato l’azione disciplinare.

Uno scambio di favori che per il magistrato e il suo legale non c’è mai stato. «Silvana Saguto non ha mai intascato un euro e gli accertamenti bancari lo provano- ha detto Bongiorno- Se fosse veramente corrotta ci sarebbe del denaro che circola». E visto che soldi sui conti non ne sono stati trovati. La decisione arriverà «entro pochissimi giorni», ha assicurato il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che è anche presidente della Sezione disciplinare e che con i giornalisti ha difeso la tempestività dell’intervento di Palazzo dei marescialli:«in questa vicenda il Csm si è mosso in modo velocissimo».

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