Carola Rackete dovrà passare almeno
un’altra notte agli arresti domiciliari. Dopo un interrogatorio durato
due ore e mezza, la giudice per le indagini preliminari di Agrigento
Alessandra Vella si è riservata la sua decisione che notificherà solo
domattina. Per la comandante della Sea Watch il procuratore aggiunto
Salvatore Vella ha chiesto l’affievolimento della misura cautelare degli
arresti domiciliari in quella del divieto di dimora nella provincia di
Agrigento, dunque anche Lampedusa. La Procura ha chiesto la convalida
dell’arresto operato due giorni fa in flagranza di reato dalla Guardia
di finanza dopo l’approdo forzato nel porto di Lampedusa ma ha ritenuto
sufficiente, come misura cautelare, il divieto di dimora.
“Credevo che la motovedetta si spostasse, non volevo colpirli”, ha
ribadito il comandante al giudice per le indagini preliminari Alessandra
Vella. La Rackete però in Italia potrebbe restare pochissimo. Come era
stato annunciato, il Viminale ha già pronto il decreto di espulsione
della comandante della Sea Watch ritenendola pericolosa per l’ordine e
la sicurezza pubblica. “Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi
ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente
le nostre leggi. Siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge
tedesca. Dagli altri paesi europei, Germania e Francia in primis, mi
aspetto silenzio e rispetto”.
Carola Rackete aveva lasciato questa mattina il molo di Lampedusa diretta ad Agrigento accompagnata da una motovedetta della Gdf. Alle 15.30 in tribunale si terrà l’interrogatorio nel corso dell’udienza di convalida del suo arresto. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli hanno chiesto la convalida dell’arresto di Rackete. I reati contestati sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate. I pm chiedono solo il divieto di dimora in provincia di Agrigento.