CATANIA – Usuraio spara a commerciante che aveva chiesto soldi in stato di bisogno [VIDEO]

Catania – La Polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Giuseppe Di Mauro, 69 anni. L’uomo è accusato di usura, con l’aggravante di avere commesso il fatto in danno di una persona in stato di bisogno; è accusato poi di tentata estorsione, con le aggravanti di avere commesso la violenza con l’uso di armi nei confronti di persona ultrasessantacinquenne, lesioni personali aggravate e detenzione e porto illegale di arma comune da sparo. Le indagini sono partite il 5 aprile dopo ferimento di P.V. di anni 73, commerciante di abbigliamento, il quale era stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla coscia destra. La vittima, recatasi autonomamente presso il Pronto Soccorso del locale Ospedale Vittorio Emanuele, dopo essere stata visitata dai sanitari di turno che riscontravano una frattura al femore destro, è stata ricoverata con prognosi di 30 giorni.

Le indagini hanno appurato che Di Mauro, dopo avere concordato un appuntamento con P.V. in prossimità dell’Ospedale Vittorio Emanuele, ha esploso un colpo d’arma da fuoco all’interno dell’autovettura in cui la vittima lo attendeva, allo scopo di costringerla a versargli la somma dovuta in esecuzione di un patto usurario.

Le investigazioni hanno dimostrato che Di Mauro, a fronte di un prestito complessivo di 13.000 euro, si faceva promettere da P.V., a titolo di interessi e sino all’estinzione del debito, la somma di 1.300 euro al mese, pari al 10% del capitale prestato, somma successivamente rideterminata, in seguito al mancato pagamento di alcune rate mensili, in 2.500 euro mensili che la vittima corrispondeva mediante pagamenti in contanti o assegni.

Nel corso della perquisizione domiciliare, all’interno dell’abitazione dell’arrestato, è stata rinvenuta e sequestrata una pistola marca Beretta cal.7,65 con matricola abrasa, priva di caricatore, pertanto l’uomo è stato tratto in arresto per detenzione illegale da arma da fuoco clandestina e ricettazione della medesima.

FONTE. LA SICILIA

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