C’è la pista del “pedosatanismo”

Scene di “pedosatanismo” girate di notte all’interno di chiese di Catania e provincia: emerge dalle indagini sulla quarantenne catanese arrestata con l’accusa di avere abusato sessualmente del figlio di 10 anni, travestita da suora e utilizzando croci e altri oggetti sacri.

La polizia postale e delle comunicazioni di Catania da un anno indaga su una setta satanica con ramificazioni in Sicilia, specializzata nella realizzazione di video pedopornografici poi venduti a prezzi da capogiro su internet. Due agenti infiltrati nella rete dei pedofili hanno scoperto in un sottolivello del web, nell’anonimato di quella zona grigia di internet chiamata “deep web”, cinque milioni di file, tra immagini e video.

In particolare, i pedofili satanisti hanno lavorato su due raccolte di immagini, la prima con sevizie e violenze su adolescenti, seviziate nella zona di Napoli, e la seconda più specificamente satanista. Indagando su questo fronte, grazie ai dettagli di alcune chiese abbastanza note in Sicilia, e in particolare nel Catanese, e anche grazie alla copertina di un libro più volte inquadrato nelle scene hard, i poliziotti sono risaliti alla donna che vive a Catania, ha 40 anni ed è sposata con un pensionato.

Gli abusi su figlio consumamati dalla donna travestita da suora continuavano da almeno cinque anni, dal 2006. Proprio per tutelare il bambino i magistrati di Catania l’8 ottobre hanno fatto scattare le manette per la donna e allontanato il ragazzino che con molte probabilità, quanto prima sarà dato in affidamento. L’inchiesta comunque non è chiusa, anche se pare oramai alle battute finali.

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