Cinque spaccate in una notte: stop alla banda che non dormiva mai

VIDEO: I COLPI

La polizia di Ragusa ha sgominato una banda specializzata in rapine e furti con ‘spaccate’. Sono venti gli assalti contestati agli indagati, con cinque furti commessi in una sola notte tra tentati e consumati.

I cinque ragazzi si muovevano su tutto il territorio ibleo, da Vittoria a Pozzallo, passando per Comiso e Chiaramonte Gulfi. Sono sospettati di aver commesso reati in tutti gli altri comuni della provincia di Ragusa, per sconfinare anche nelle province di Catania e Siracusa. Gioiellerie, minimarket, profumerie, parrucchieri, panifici, farmacie, bar, distributori di carburanti e pasticcerie rientravano tra gli obiettivi.

La tecnica era sempre la stessa: rubavano auto vecchie e robuste con sistemi di sicurezza obsoleti e le usavano come ariete per sfondare infissi in vetro o saracinesche. Spesso si accontentavano delle monete contenute nelle casse: facevano danni per migliaia di euro per portare via 300 euro di monetine.

Grazie alle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private è stato possibile trovare i primi indizi, che hanno portato a intercettare le conversazioni telefoniche dei 5 ragazzi. La banda era ben organizzata nonostante la giovanissima età di quasi tutti gli appartenenti. Ognuno di loro aveva un ruolo: chi rubava le auto, chi effettuava i sopralluoghi e chi coordinava le fasi di attuazione dei furti con spaccata.

Alcuni degli indagati erano agli arresti domiciliari, ma di notte uscivano di casa per commettere i reati. I cinque pluripregiudicati sono il 28enne Salvatore Fidone, i ventenni Giovanni Giliberto, Gabriele Meli e Salvatore Giordanella, tutti di Vittoria, e il ragusano di 32 anni Rosario Antoci.

Quando non potevano realizzare le spaccate consumavano altri colpi, come una rapina a un minimarket dove Meli, Fidone e Giordanella non hanno esitato a puntare un grosso coltello alla gola del titolare per farsi consegnare 100 euro. Proprio durante questi altri assalti Antoci, Fidone e Giliberto sono stati arrestati. Ma nemmeno i domiciliari li hanno fermati.

VIDEO: I COLPI

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