Conclave, la prima fumata è nera

Fumata nera. Dal comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina è uscito un fumo di colore nero. Quindi la prima votazione dei 115 cardinali elettori, che da oggi sono chiusi nel Conclave all’interno della Sistina, non ha eletto il nuovo Papa successore di Benedetto XVI. 

Alle 17,34 sbattono le porte dopo che il maestro delle cerimonie Guido Marini ha intimato l’Extra omnes: tutti fuori dalla Sistina quanti non dovranno votare per il nuovo papa, tranne il predicatore card. Grech, e comincia la grande avventura. Quanto peseranno sui 115 elettori e quanto rispecchiano le indicazioni emerse nel pre-conclave le parole del decano Angelo Sodano? Sodano non è entrato in conclave perchè ultraottantenne, ma al mattino ha presieduto la messa “pro eligendo romano pontifice”. Necessità che la Chiesa sia unita, che proclami un messaggio di giustizia e pace a livello mondiale, che pratichi prima di tutto, e per primo lo faccia il suo papa, il messaggio dell’amore.

Questi i punti principali della omelia di Sodano, che ha citato Giovanni Paolo II per la Dives in misericordia, Paolo VI per la Populorum progressio e Benedetto XVI per “Deus caritas est” e per il messaggio per la quaresima di quest’anno. Al papa emerito il decano ha espresso “gratitudine” per il “luminoso pontificato” – ed è scoppiato l’applauso in basilica – mentre ha pregato che il successore abbia “un cuore generoso”. Si è rivolto ai presenti – con lui celebravano 180 cardinali – a più riprese dicendo “Miei fratelli”, ha invitato alla collaborazione. Alla fine dell’omelia è parso avvicinarsi alla commozione.

Nel conclave del 2005 la messa “pro eligendo romano pontifice” fu affidata all’allora cardinale Joseph Ratzinger, che entrò in conclave e ne uscì papa, così che, con il senno di poi, qualcuno ha voluto leggerla come una anticipazione dei temi del pontificato, come una segnale del modello di chiesa cui pensava l’allora decano del collegio cardinalizio. Questo non può accadere con Sodano, per lunghi anni segretario di Stato di Giovanni Paolo II e poi per un anno di Benedetto XVI, spesso dipinto come antagonista del segretario di Stato scelto da Ratzinger, Tarcisio Bertone.

L’Osservatore romano ricorda oggi che ogni papa esprime la Chiesa che lo ha eletto, e ogni nuovo papa, pur nella continuità della successione apostolica, porta una “originalità magisteriale  e un nuovo modello di Chiesa che è chiamato a servire e a guidare”. Semplificando: novità e tradizione si mescolano nella vita di una Chiesa bimillenaria. Da attese e speranze, ma anche da alchimie di vecchio e nuovo, da riti e tradizioni nascono i papi. E il conclave, nonostante le assertive liste di papabili e numero di voti che raggranelleranno pubblicate in questi giorni, appare al momento del tutto aperto, aperto a tutti i “possibili” della Chiesa, a tutte le conferme o sorprese.

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