Confessa il proprietario della cascina: «L’ho fatto per i soldi»

Svolta nelle indagini per la tragica esplosione della cascina di Quargnento (Alessandria) che ha causato tra il 4 e 5 novembre la morte di tre vigili del fuocoGiovanni Vincenti, 55 anni, il proprietario della cascina, dopo 10 ore di interrogatorio, ha confessato, negando però l’intenzione di volere uccidere. L’azione portata a termine «era volta a conseguire il premio dell’ assicurazione stipulata lo scorso agosto anche per fatto doloso, da 1,5 milioni di euro», ha detto il procuratore Capo di Alessandria Enrico Cieri durante la conferenza stampa. «Per lui l’accusa è di omicidio, disastro doloso e lesioni volontarie», come è stata specificato in una nota dell’Arma.

L’esplosione doveva essere una sola ma l’errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato la tragedia: «Il timer era stato settato all’1.30 ma accidentalmente c’era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimé, ha allertato i vigili del fuoco».
La notte della tragedia Vincenti è stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato – spiega il magistrato -. «Vincenti non ha detto che all’interno della casa c’erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all’1, ci sarebbe stata mezz’ora di tempo per evitare la tragedia». Una delle prove decisive, che hanno fatto crollare confessare Vincenti, è stato il ritrovamento del bugiardino del timer che ha innescato l’esplosione nella camera da letto. Anche la moglie di Vincenti è indagata a piede libero per concorso.

«Ho assistito all’interrogatorio, non posso dire nulla», aveva detto il legale di Vincenti, Laura Mazzolini, lasciando gli uffici dell’Arma in piazza Vittorio Veneto. «Penso che tra poco avrete delle dichiarazioni ufficiali». Infatti, da lì a poco è arrivata la notizia del fermo.

Anche il procuratore di Alessandria, lasciando in auto il Comando provinciale dei carabinieri, dopo aver assistito al lungo interrogatorio di Vincenti, non aveva voluto rilasciare dichiarazioni, limitandosi a un «no» con la mano da dietro al finestrino dell’auto. La notizia del fermo è arrivata poche ore dopo la celebrazione dei funerali delle tre vittime, alla quale ha preso parte una folla di persone. E di autorità: dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al presidente della Camera Roberto Fico fino alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese. Al fianco dei familiari di Matteo, Marco e Antonino, sono arrivati anche tanti vigili del fuoco da tutta Italia.

FONTE: CORRIERE DELLA SERA

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